Emanuele Barbati: un cuore tra note, impegno e passione

Cos’è per te la musica? “Ci penso spesso, come musicista e ascoltatore, a cosa sia la musica. Credo che come musicista sia il mio modo migliore per comunicare qualcosa a qualcuno e quindi la prendo come un linguaggio che mi dà molte più sfumature, con il quale mi sento molto più a mio agio. Come ascoltatore, è l’arte che preferisco, quella che probabilmente riesce ad emozionarmi di più senza bisogno che sia troppo concentrato, come succede con altre forme d’arte. Quindi per me è l’arte più importante“, così il cantautore Emanuele Barbati, 37enne della provincia di Taranto, che è appena uscito con “Mentre fuori arrivano i lupi” (luovo di iCompany / Artist first), l’album che vanta una partnership etica con il WWF Italia per sostenere il progetto “Sos Natura d’Italia” per la salvaguardia del lupo. Il disco è composto da undici brani inediti, tra cui “Libera”, che supporta il progetto di Amref Italia per il diritto allo studio femminile in Sud Sudan nella scuola superiore di formazione medica Wish di Maridi e l’associazione Alzaia che si occupa di prevenzione alla violenza di genere a Taranto. Scritto e composto da Emanuele Barbati, l’album è stato registrato da Luca Serpenti presso il Serpenti Music Studio di Milano e da Stefano Manca presso il Sudest Studio di Guagnano (Le).

Qui si può ascoltare l’intervista

“Mentre fuori arrivano i lupi” è un disco “impegnato” in ogni senso, per il valore solidale e per le sonorità più svariate, dal cantautorato classico al rock: come nasce questo progetto?

Questo progetto, in realtà, nasce già qualche anno fa. Infatti in questo disco sono confluiti alcuni singoli che erano già usciti nell’ultimo periodo. Avevo voglia di tornare a fare un disco, nonostante in questo momento il mercato discografico spinge più verso la produzione di singolo dopo singolo che io trovo un po’ avvilente per un musicista, cioè stare sempre lì a ricercare il consenso degli ascoltatori, cosicché tu non sia libero di esprimerti. Per me era importante poter tornare ad un disco e raccontare con undici brani fotografie che raccontassero quello che ho visto, la gente che ho incontrato, le mie sensazioni, le mie riflessioni di questi ultimi due anni. ‘Mentre fuori arrivano i lupi’ è un po’ lo spaccato di tutto quello che mi è successo nell’ultimo periodo“.

Chi sono i lupi di cui parli nella title track?

C’è una metafora nel racconto di questo brano, oltre all’amore per i lupi dal punto di vista proprio come animali. Mi sono reso conto che spesso capita di affidarsi a gente che magari sta con te allo stesso tavolo e fa la parte del cacciatore buono, ti dice di evitare tutti tranne lui, ma in realtà credo che spesso e volentieri bisognerebbe essere molto attenti a chi dispensa consigli e potrebbe essere una buona idea seguire lupi, questi sconosciuti schivi che in realtà possono riservarci delle bellissime sorprese“.

Come nasce la canzone “Libera” dedicata a tutte le donne di “ieri, oggi e domani”?

È nata in un pomeriggio di primavera. Io, in realtà, da tempo volevo scrivere una canzone che fosse femminista senza dover scrivere per forza un testo estremamente impegnato. Volevo raccontare la storia di questa ragazza che si sente libera di poter fare ciò che vuole, di realizzarsi nella vita a prescindere da tutto. Ho voluto scriverla perché non riuscivo a capire il motivo per cui le lotte femministe dovessero essere appannaggio soltanto delle donne. Con una canzone scritta da un cantautore maschio volevo dire fortemente che, secondo me, la lotta per i diritti di tutti deve essere di tutti, anche delle donne“.

Del disco hai già varato tre video -“Loto”, “Tutto o niente” e “Libera” -, perché hai scelto questi tre brani da raccontare per immagini e quali seguiranno?

Io amo moltissimo l’arte del videoclip, fosse per me avrei fatto i videoclip di tutti i brani, perché mi piace moltissimo raccontare attraverso le immagini video un brano. Credo che spesso si riesca a dare quel qualcosa in più anche attraverso quest’arte. Proprio in questi giorni abbiamo registrato il videoclip che uscirà a settembre di uno dei brani del disco che è ‘Il ricordo dell’estate’, ma anche la title track ‘Mentre fuori arrivano i lupi’ avrà un piccolo video che uscirà tra qualche settimana“.

Hai nominato “Il ricordo dell’estate”: è questa la tua canzone da ascoltare in spiaggia?

Sì, nonostante racconti della fine di un’estate. Tutti mi dicono sia estiva, ma io in realtà l’ho pensata come una canzone autunnale. Sicuramente però il tipo di sound, ma anche il racconto, si sposa benissimo con l’estate. Credo che sia dovuto al fatto che io vivo qui vicino al mare e in qualche maniera mi caratterizza sempre un po’, quindi questo sound estivo spesso me lo porto dietro“.

Per te qual è la canzone dell’estate tra le undici dell’album?

Molto probabilmente ‘Chi manda le onde’ che, tra l’altro, canto assieme ai Kaufman che sono una band bresciana che mi ha aiutato, perché mentre stavamo registrando il disco a Milano c’erano anche loro in studio che registravano il loro, e quindi è nata questa collaborazione. È la canzone del disco che io reputo più estiva“.

Hai una spiccata sensibilità per l’ambiente ed essere di Taranto implica interrogarsi su temi ecologici, cosa ti auguri per la tua città? E cosa le hai già dedicato o vorresti dedicare in futuro?

Essere di Taranto è sempre un po’ una cosa strana, nel senso che c’è questa spada di Damocle sugli artisti che in qualche modo devono schierarsi. Io sono molto contento di farlo, onestamente quindi sono sempre molto convinto che spesso alla città di Taranto manchi un po’ quella verve culturale che possa in qualche maniera alzare anche il livello il dibattito e smetterla appunto con questa storia del ricatto occupazionale perché, secondo me, il territorio tarantino, e in realtà tutti i posti che subiscono delle forti fonti inquinanti, con uno slancio culturale nuovo possano in qualche maniera liberarsi prima dal punto di vista proprio mentale dall’essere sottomessi a queste scelte, che quasi sempre non sono di chi abita in città. Quindi un ritorno più imponente e importante alla natura, secondo me, può essere per tutti un valido modo di riprendersi la propria vita“.

Per quest’estate stai programmando delle date live?

Sì, stiamo iniziando a preparare delle presentazioni del disco. Faremo la prima a Taranto a fine giugno. Sono molto contento perché è da tantissimo che non suoniamo, quindi farlo nella città di appartenenza come prima data per me è molto importante. Ovviamente ne seguiranno altre, anche se quest’estate per la pandemia c’è tutta una serie di situazioni che bisognerà verificare, nonché tutti i recuperi dei miei colleghi che hanno dovuto annullare il loro tour. Quindi io penso che ci sarà un po’ più di calma nella pianificazione anche dei live a partire dall’autunno. Però noi sicuramente ci muoveremo già in estate“.

C’è un palcoscenico di festival in ambito internazionale a cui ambisci?

A me piacerebbe molto il Primavera Sound, anche perché hanno delle line up davvero eccellenti. Molto spesso all’interno della stessa giornata ci sono dei gruppi talmente diversi tra di loro che sono sintomo del fatto che chi va ad ascoltare questo tipo di festival è aperto a tanti generi, quindi non è chiuso e apprezza chiunque suoni sul palco“.

Dulcis in fundo, mi regali la strofa di una tua canzone in cui ti rispecchi di più?

Sì, il ritornello di ‘Mentre fuori arrivano i lupi’: ‘Giuro io ti salverei, da ‘sta gente io ti salverei, come hai fatto tu sempre con i sogni miei. Tu mi dici passerà, questa notte lunga passerà, che siam figli di ‘sti tempi cupi, mentre fuori già arrivano i lupi e che freddo che fa’“.

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