Attilio Fontana: “Mi piace l’idea di andare contromano con le mie note”

Ex voce leader del gruppo I Ragazzi Italiani e vincitore di due edizioni di “Tale e Quale Show”, il cantautore, attore, cantante e performer Attilio Fontana, romano classe 1974, ha varato il suo nuovo disco “Sessioni Segrete”, registrato all’Ellington Club di Roma, locale costretto come gli altri a restare chiuso durante il lockdown. Attilio Fontana col suo trio, dovendo infatti rinunciare a una data già pattuita, ha deciso di suonare comunque senza pubblico, e così il locale è diventato uno studio e il live un disco composto da 10 brani – “Tangolento”, “Dove sta”, “Il Mare”, “Wanda”, “Marisa”, “Peluches”, “Dove osano le rose”, “La canzone bella”, “Sangue e Tequila”, “Boero” tratti dai suoi album “A” (2008, Platinum Universal) e “Formaggio” (2014, Senza Dubbi- Nic-Believe) – con in più la cover “Triangolo”.

Attilio Fontana, ha problemi col suo nome vista l’omonimia con il presidente della Regione Lombardia?

Purtroppo da quando lui è diventato presidente della Regione c’è stata sempre confusione, spesso vengo taggato in cose politiche, ormai è una costante omonimia equivocata. Quando vanno a taggare non verificano se è il mio o il suo account. Quindi spesso incappo in situazioni un po’ ambigue, un po’ inquietanti. Ad esempio il mio fan club, con le mie immagini con la chitarra e i film che ho fatto, è stato praticamente monopolizzato da post di fazioni opposte e pro presidente, quindi ho perso proprio il possesso del mio fan club perché su Facebook, essendo pubblico, ci postano soltanto cose politiche, quindi ho dovuto proprio abbandonarlo. Quindi è un po’ invadente come presenza, nel senso che poi non credo sia responsabilità sua, ma proprio dell’ignoranza di chi utilizza i social dove spesso è più l’odio del ragionamento a vincere“.

Vera e triste costatazione. È stato mai vittima di hater sui social?

Ogni tanto capita. Devo dire che io ho un ‘condominio’ dei miei molto dolci, nel senso che la tematica è sempre un po’ la musica, il teatro, cose emotive, cerco di lavorare sulla parte che fa meno numeri, però fa più empatia, quindi ho una sorta di cricca molto educata, mi piace chiamarla cricca bella. Poi quando capita che sei più esposto o hai più successo, pure quando ho pubblicato questi articoli proprio sull’omonimia ovviamente questo tipo di personaggi si cominciano a fare vivi in qualche modo, cominciano a commentare, oppure quando hai più successo, quando hai più visibilità in tv, è come se a qualcuno desse fastidio, quindi o comunque si va a mettere per farsi vedere di più, quindi c’è il commento negativo piuttosto che l’insulto gratuito, poi sono sempre dei fake che svaniscono e non hanno delle identità reali. Però mi è capitato, per fortuna non tantissimo, non mi espongo così tanto, non mi piace mettermi nei dibattiti per avere like, quindi cerco a volte di evitare di buttarmi in pasto. Per molti è utile anche polemizzare perché fa numero, per promuovere prodotti, per me no“.

Quando ha parlato di “visibilità in tv” immagino si riferisse alle due vittorie di “Tale e Quale Show”…

Sì, anche perché quando ho fatto le fiction (tra queste, ‘Caterina e le sue Figlie’, ‘L’Onore e il Rispetto’, ‘Angelo il Custode’, ‘Turbo’, ndr) i social non erano così predominanti nella nostra vita, invece oggi viviamo attraverso i social, passiamo prima da lì, magari ci svegliamo, mettiamo un post e poi ci andiamo a lavare il viso, quindi è diventata un po’ la locomotiva della nostra vita. Quindi sì, ‘Tale e Quale’ è stata una cosa che mi ha dato tanta popolarità, mi ha rimesso in circolo e devo dire che anche lì ho avuto molte persone che hanno cominciato a seguirmi“.

Le piacerebbe ora tornare su un set?

Sì, non vedo l’ora di tornare a girare. Sto per girare un cortometraggio, ne ho già girato uno un po’ di tempo fa, sto ricominciando un po’ a prendere confidenza con la macchina da presa, anche perché il teatro è chiuso completamente, quindi in questi anni avendo fatto tantissimo teatro l’alternativa è produrre contenuti, cosa che sto facendo con la musica, tant’è vero che è uscito questo album anche per questo motivo. Mi sono messo a registrare un disco sia video che audio proprio per l’inquietudine di stare fermo troppo tempo, allora ho voluto tirare fuori un progetto. Però spero che torni qualcosa in tv o al cinema, insomma sono delle cose che amo molto“.

“Sessioni Segrete” registrato all’Ellington Club di Roma: perché questo nome e quale l’ispirazione punto di partenza?

Ho nostalgia del palco e della musica live, della musica vera perché siamo un po’ ostaggio di questi algoritmi e di questo Auto-Tune che è questo strumento che si mette sulle voci per intonarle, quello tipico che usano i trapper in questo periodo. Mi piaceva l’idea di andare contromano con la mia musica che è una musica un po’ più cantautorale e registrare un disco come si faceva una volta, cioè mettere la puntina sulla cera e quello che veniva era buono, quindi erano delle sessioni quelle che noi sentiamo degli album di jazz, degli album vecchi, erano delle sessioni registrate veramente, quindi ‘Sessioni’ viene da lì. ‘Segrete’ perché comunque c’è questo Dpcm, questo lockdown, tutto quello che è una pulsione artistica sembra essere proibita, sembra di essere un po’ nel proibizionismo americano, quindi questo locale mi ricordava un po’ ‘C’era una volta in America’, come doversi un po’ nascondere per festeggiare, per fare musica, per fare arte, questa sorta di dittatura latente, psicologica per carità, non sociale magari, che però ti impedisce di empatizzare. Quindi mi piaceva l’idea che segretamente ci radunassimo, ovviamente con le varie precauzioni, però a registrare un disco come se fosse una bottiglia di rum clandestina da regalare alle persone che hanno voglia di bere qualcosa di buono e fatto a mano, questo era un po’ il senso. Quindi è venuto fuori ‘Sessioni segrete’ che mi dava l’idea di qualcosa che lo vai a vedere se ti incuriosisce e se ne hai voglia“.

Sono dieci brani più la cover “Triangolo” di Renato Zero. Incuriosisce che il terzo incomodo – il “Lui chi è?” – sia in questo caso il pipistrello di Wuhan…

Ovviamente è un po’ un gioco. Siccome questo brano quando lo facciamo dal vivo, il ‘Lui chi è ?’ viene delegato sempre al pubblico, che è un coro che viene spontaneo fare perché ormai ce l’abbiamo in testa questa canzone, nel dna, allora avendo lasciata libera la parte dei cori, c’è sempre questo coro che parte spontaneamente dal pubblico che dice ‘Lui chi è’ e diciamo che l’idea era un po’ di dedicarlo, scherzosamente, ma non troppo a questo pipistrello di Wuhan, che è ovviamente una metafora, un pretesto, che è un po’ questo virus che ci ha invaso la vita anche in maniera un po’ intima, è entrato nella nostra intimità. Addirittura ci sono coppie che non si possono vedere, frequentare, quindi è veramente un terzo incomodo, secondo me, nella nostra vita. Quindi il ‘Triangolo’ giocosamente, per sdrammatizzare, esorcizzare, mi sembrava una versione carina, in questa versione un po’ melliflua e semierotica di questo brano, proporla anche un po’ come esorcismo per questo virus“.

Ha avuto modo di sentire il feedback di Renato Zero?

Renato si è molto divertito nell’ascolto di questa canzone, già gliela facemmo sentire tempo fa perché Franco Ventura, il chitarrista con cui collaboro, è proprio un amico d’infanzia di Renato, quindi quando gli abbiamo mandato il video ci ha mandato un messaggio molto carino, divertente e ha detto ‘facciamo i conti nel prossimo live’, così ha detto, come per dire vediamo se inventarci qualcosa assieme, non so però non si è esposto troppo, insomma ha chiuso con questa battuta“.

Incrociamo le dita. Franco Ventura fa parte del suo trio quindi?

Sì, diciamo è il chitarrista. Lui ha suonato veramente con tutta la discografia italiana, da Nada negli anni Settanta a Mia Martini, De Crescenzo, i Neri per Caso, Marina Rei, Bocelli, Ramazzotti, insomma è un po’ l’enciclopedia della musica italiana, anche se non in prima linea, nel senso come musicista, è un chitarrista che io andavo a sentire quando ero giovanissimo. Abbiamo iniziato a collaborare vent’anni fa perché eravamo dirimpettai dentro uno studio di registrazione, gli ho chiesto un giorno di fare un suono e da quel giorno non ci siamo mai più separati come soci nella musica. Quindi tutte queste canzoni le abbiamo scritte assieme e ormai hanno vent’anni questi due dischi che abbiamo fatto, quindi ci sembrava una specie di sodalizio artistico che dura da tanto, tanto tempo. In queste ‘Sessioni Segrete’ siamo più nudi che mai, nel senso che siamo io e lui in alcuni brani e in altri siamo coadiuvati dall’aiuto di Roberto Rocchetti al pianoforte che è un pianista romano bravissimo. Siamo un trio, siamo super intimi“.

Ha anticipato che per queste dieci tracce più la cover varerà in tutto dodici videoclip: quale sarà il dodicesimo?

Ci saranno due videoclip che non ho inserito nell’album dove faccio dei duetti con Vera Dragoni che è socia dell’Ellington Club, lei si esibisce lì quasi tutte le sere e spesso è accompagnata da delle performer che fanno burlesque: porta avanti un po’ questo movimento della musica jazz retrò, lei e Alessandro Casella sono un po’ dei paladini di questo genere in questo locale, e quindi l’ho invitata a duettare con me su alcuni brani, ‘Così poco di te’ e ‘Tracce’. Nei videoclip, quindi, ci saranno dei brani miei in duetto con lei che però ho deciso di mettere solo in video, li useremo un po’ come jolly, in vista della possibilità della riapertura del locale e faremo un live insieme anche lì“.

La parola resilienza quanto le appartiene?

L’ho sposata come molti in questo periodo, perché bisogna essere elastici a questo tempo che cambia in fretta, a questo meteo che cambia in fretta, a queste invasioni alle quali ci ha allenato questo periodo. La resilienza è una cosa che va molto di moda, ma bisogna capire che fare. Io credo di esserlo sempre un po’ stato, nella vita ho cambiato, anche nel mio stesso ambito, vari mestieri. Spesso mi hanno chiesto: ma vuoi fare l’attore, vuoi fare il cantante, il performer, teatro o cinema? In realtà sono sempre andato dove mi sentivo accolto con amore. Quindi la resilienza, secondo me, è anche un po’ questo, cioè plasmarci per continuare a mettere amore in quello che si riesce a fare, quindi avere un po’ di ascolto, di elasticità nei confronti di qualcosa di ostile per poi vincere in qualche modo tu“.

A Roma l’Epifania viene sempre festeggiata con entusiasmo, cosa vorrebbe trovare nella calza?

Io vorrei trovare qualche pezzo di cioccolata che fa sempre bene in questo periodo per la serotonina e spero non carbone perché veramente ci siamo comportati tutti benissimo in fondo, siamo stati un po’ manovrati in tutti i modi in questo periodo, abbiamo dovuto seguire mille regole, carbone credo che non ce ne sia. Sogno la riapertura del teatro, dell’empatia, veramente spero che facciano in fretta a vaccinarci, che si possa nebulizzare questo terrore da parte delle persone e che venga voglia di riabitare alcuni luoghi che, secondo me, sono necessari per l’anima perché non viviamo solo di corpo, viviamo anche di empatia, di anima, di comunicazione. Il web va bene, così come lo streaming e tutto, però non può sostituire la musica dal vivo, il teatro, il guardarsi, il parlare e il fare un brindisi con un bicchiere, queste cose si sente che mancano alle persone, quindi spero che dentro la calza ci sia un ‘presto’ per questo“.

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