Liam e Care: quando l’amicizia si fa sincero sodalizio artistico

A Noale (Venezia) nevica quando chiamo Simone Vianello, in arte Liam (nato a Mestre, 23 anni), e Davide Caregnato, in arte Care (nato a Campo San Pietro, 22 anni) e, per magia, quasi per incantesimo, vengo travolta dai fiocchi della loro simpatia e del loro contagioso entusiasmo per la vita. Ho ascoltato il loro singolo “Cuori bianchi” (Bit Records) e sono rimasta colpita dalla loro genuinità, quella schietta di chi non ha “l’inverno dentro”… Care scherza su Liam che è un po’ il suo “papà” ed è a casa di Liam che lavorano perché ha lo “studio” completo. Sono molto uniti, freschi, geniali, creativi, profondi, sinceri e spontanei. Scherzano tra di loro e, al tempo stesso, sono l’uno il motivatore dell’altro. La notte è complice delle loro note e dei loro testi per cui se li incontrate la mattina offrite loro del caffè (mai il tè!) che ne avranno bisogno!

Liam, hai scelto un nome d’arte che da William significa “volontà di protezione”, “elmo della volontà”: come mai?

Liam: “William come significato anglosassone vuol dire ‘forza di volontà’, quindi ho spezzato William a metà e ho scelto solo Liam perché è molto più facile, molto più veloce. L’ho scelto in un momento un po’ particolare della mia vita, nel senso che quando ero un po’ giù nell’età adolescenziale io, attraverso la musica, riuscivo a rialzarmi solo scrivendo qualcosa, solo concretizzando i miei pensieri nella musica, così ho scelto questo nome. Liam è quindi legato al mio modo di comporre, alla forza che come artista mi dò per rialzarmi nonostante il sentimento possa essere un po’ logorato“.

Care, il tuo nome da dove viene invece?

Care: “È il diminutivo del mio cognome. Tutti mi hanno sempre chiamato così, non ricordo più da quando. Il mio percorso musicale è cominciato poco tempo fa, così di botto, e non sono stato tanto a ragionare sul nome. Era scritto da anni“.

Liam ha cominciato il suo progetto musicale da solista nel 2017. Care, tu quando?

Care: “La musica è sempre stata una costante nella mia vita, ho sempre suonato la chitarra, ma ad aprile abbiamo cominciato a scrivere le prime canzoni insieme“.

Come vi siete conosciuti?

Liam: “Ci conosciamo da tanti anni, siamo delle stesso paese, eravamo in compagnia insieme, abbiamo sempre mantenuto un legame forte e ad aprile questo legame è cambiato in meglio perché si è intensificato grazie alla musica. Io ho scoperto da pochi mesi che lui sapeva scrivere dei bei testi, belle melodie, quindi perché non dargli fiducia anche su questo ambito? Adesso ci troviamo molto bene a lavorare insieme, spesso ci troviamo per scrivere nuovi pezzi e da qui è venuto fuori anche ‘Cuori bianchi’ che è il pezzo uscito da poco“.

Ditemi un pregio e un difetto del vostro amico e collega.

Liam: “Difetti di Care è che è un po’ pigro, non ha ancora la freddezza da artista, gli manca l’esperienza. Di pregi ne ha due principali: crede tanto in quello che fa, che nella musica è importantissimo, e riesce a scrivere dei testi sempre diversi, non è mai monotono e riesce sempre a sorprendere soprattutto per le parole che usa, ma anche il ritmo che dà a queste parole“.

Care: “Il più grande pregio di Liam è anche il suo più grande difetto nel senso che l’energia che Simone mette nella musica è un’arma a doppio taglio: lo porta a fare cose magnifiche e ha una voglia di fare contagiosa e, allo stesso tempo, tutte queste cose se non vanno come dice lui lo mandano veramente in buca“.

Liam: “Mi deprimo. Non è che mi arrabbio“.

“Cuori bianchi”: come nasce questa canzone? Che storia ha dietro?

Liam: “La base è partita da me, ho iniziato a scrivere questa canzone. Poi, fatalità, un giorno che la sto provando in studio – Care abita vicino a me -, non mi veniva la seconda strofa, e mi arriva un audio da lui dove mi manda il pezzo della seconda strofa fatta da lui, ma io non sapevo che l’avesse ascoltata questa canzone attraverso le finestre aperte. A quel punto gli chiedo: ‘Sei uno stalker?’. E lui mi fa: ‘No, però mi è venuta in mente questa idea’. Siccome spaccava, abbiamo deciso di continuare la canzone insieme fino a che non è venuta fuori ‘Cuori bianchi’. All’inizio, ammetto, ho preso un po’ paura“.

State continuando a scrivere insieme e quindi usciranno vostri nuovi singoli”?

Liam: “In programma ce n’è già uno che uscirà ad aprile perché è un pezzo un po’ più estivo, non dico il solito pezzo reggaeton, perché hanno stufato, però i suoni sono belli freschi. Poi abbiamo altri pezzi già scritti ma aspettiamo a vararli a seconda di come si evolve la situazione del Covid, li svilupperemo più avanti perché adesso è un momento particolare per buttare fuori i pezzi“.

Care: “Stiamo continuando a scrivere e finché ne abbiamo, diamo“.

Liam, tu hai studiato pianoforte e chitarra: qual è lo strumento tuo compagno fedele?

Liam: “Dipende, perché come composizione sicuramente il pianoforte mi aiuta tantissimo, ce l’ho in camera, dal vivo lo uso bene. Per la chitarra, amo molto la chitarra elettrica ed acustica, e quelle mi aiutano per costruire nuove basi su cui avere nuove ispirazioni, quindi diciamo che a suonare fisicamente il pianoforte vince su tutto, però anche come suono forse preferisco, dipende dal mood anche, dal contesto, amo molto anche il suono della chitarra, ne vado matto. Molte delle canzoni, ad esempio ‘Cuori bianchi’, è stata iniziata con la chitarra acustica e poi le prossime canzoni che usciranno con Care sono praticamente base unicamente chitarra elettrica, quindi dipende dal contesto, non cataloghiamo preferenze“.

Tu, Care, quali strumenti suoni?

Care: “Io suono la chitarra, ho preso lezioni da piccolo. Quando siamo in studio Simone suona il piano ed io la chitarra, cerchiamo di incastrarci in maniera da ottenere qualcosa di positivo“.

Per i testi come funziona la vostra sinergia?

Care: “Con i testi è sempre diverso. Ci sono delle volte in cui Simone scrive delle cose ed io altre e le uniamo, oppure è molto bello come quella che uscirà ad aprile che è nata insieme ascoltando la base, Simone comincia a suonare, io dico due parole, poi si ferma ne aggiunge altre due lui e andiamo avanti così e il 50% di quello che abbiamo scritto è nato così“.

Liam: “Siamo anche fortunati, nella sfortuna, che siamo in un periodo un po’ confuso a livello sentimentale. Quindi le cose che scriviamo le concordiamo, ci ritroviamo in quello che scriviamo tutti e due e questo è importante perché riusciamo a dare un filo logico a tutta la canzone, una continuità“.

Care: “Provare le stesse emozioni e sensazioni ci aiuta“.

Liam: “Perché la prima cosa che devi fare quando scrivi una canzone è capire cosa vuoi raccontarci dentro. In base a quello che vuoi dire tu costruisci tutto: il suono, la struttura, le parole. Quindi capirsi, avere un’empatia su quello che si sta andando a fare è una delle cose più importanti“.

Avete parlato di “un periodo un po’ confuso a livello sentimentale”, “Cuori bianchi” parla di un cuore cristallino che non si lascia turbare dai giudizi degli altri, mi chiedo se avete avuto problemi con qualcuno che vi ha portato a questa riflessione…

Care: “Questo qui è il tasto dolente“.

Liam: “Qua c’è un libro da scrivere!“.

Care: “Assolutamente sì. Entrambi veniamo fuori da…

Liam: “…delle storie importanti. Guarda che queste domande sono delle frecciate al cuore!“.

Mi dispiace…

Liam: “Entrambi siamo usciti, anzi non siamo usciti da una situazione che riguarda sempre una ragazza che c’entra su tutti i testi che scriviamo, si parla sempre di una parte femminile che ci fa soffrire, ma non per colpa per forza sua, può essere che abbiamo sbagliato noi prima perché non sapevamo ancora cosa avevamo in mano. E questo porta al rimpianto e il rimpianto è la cosa più brutta che un artista possa provare perché dopo lo espone a viso aperto dentro le canzoni. Il rimpianto è peggio del rimorso. Il ‘cuore bianco’, se ci riferiamo alla canzone, è quel cuore puro che espone le proprie sensazioni, quelle vere, perché sono date da ferite, da un passato che ha colpito forte e ti ha reso una persona che adesso ha solo bisogno di dire le cose agli altri, di raccontarsi. Questo è molto di contatto con la copertina perché il ‘cuore’ si espone nel dolore attraverso la lacrima, è per questo che sulla copertina abbiamo una lacrima bianca che scende dagli occhi… quindi la purezza di una persona oppure il vero sentimento è scritto per noi artisti nella musica“.

Quanta sensibilità, siete incredibili!

Care: “Sono d’accordissimo con Simone ovviamente, ne parliamo spesso e cerchiamo sempre di trarre il lato positivo da questa situazione, ovvero che riusciamo a scrivere meglio innanzitutto“.

Liam: “La condanna dell’artista è scrivere bene stando male“.

Care: “Ci sono dei momenti in cui sto male perché penso ai ricordi e non è che penso adesso mi metto a scrivere e inizio a scrivere, comincio a pensare e escono parole da sole. Certe volte mi piace pensare che la canzone che andremo a scrivere è già stata scritta, le parole sono già là e noi attraverso i sentimenti che proviamo e tutte le emozioni e le influenze varie, abbiamo solo tolto la polvere che c’era sopra e non ci permetteva di leggerle“.

Che bella immagine!

Liam: “Ti avevo detto che c’era un libro da scrivere!

Della prossima canzone potete già rivelare il titolo?

Care: “La canzone che uscirà ad aprile è quella che abbiamo presentato a Sanremo Giovani questa estate. Ma è stata rigettata…“.

Liam: “…perché Sanremo giovani è un terno al lotto! Ma ci aspettiamo grandi cose per il futuro. Adesso abbiamo un bel team“.

Care: “Stiamo cercando di costruire una squadra vera e propria“.

Liam: “Bisogna ringraziare la casa discografica e tutte le persone che ci curano i social, l’immagine. Questa oggi è una cosa fondamentale, i social sono la rappresentazione di te!“.

È la Bit Records che vi segue?

Liam: “Io sono uscito con loro a gennaio 2019 col primo pezzo, ‘La città di notte’, e da lì è iniziato il percorso con loro, nel 2020, ad aprile appunto, si è unito anche Care e siamo tutti e due sotto l’etichetta come singoli artisti, però lavoriamo insieme“.

Il team?

Liam: “Nell’etichetta abbiamo chi ci segue dal punto di vista delle uscite, quindi della distribuzione dei singoli, e dell’ufficio stampa. Come produttore, uno all’interno che dà delle dritte, ma quello che ci concretizza le basi si chiama Aidom (il suo nome è Riccardo) che è delle nostre parti, un ragazzo della nostra età che ci segue a livello di produzione musicale“.

Care: “Sulla parte social abbiamo un piccolo team che ci segue da Treviso. C’è poi il grafico, il fotografo e poi abbiamo anche la Make Up Artist!“.

Wow!

Care: “Avremmo anche una stylist“.

Liam: “Ora come ora la stylist non ci deve preparare niente per i concerti perché uno non li facciamo, due non li fa nessuno. Poi abbiamo una mascotte, un nostro amico, Seba, che è un fenomeno!“.

Una curiosità: qual è il vostro outfit preferito?

Care: “Molto rilassato direi“.

Liam: “Comodo“.

Care: “Felpa, jeans“.

Liam: “Io mi ritrovo molto nello stile di Ultimo, come si veste lui, ad esempio, cose tranquille, ma molto casual“.

Care: “Io mi compro vestiti praticamente ogni giorno, è una passione. Quando vedo una cosa che mi piace devo comprarla“.

Davvero?

Care: ““.

Qual è il vostro motto?

Liam e Care: “Perseveranza” (dicono all’unisono, ndr).

Il vostro desiderio più grande?

Liam: “Quello di essere sopra un palco davanti a uno stadio pieno che canta le mie canzoni“.

Care: “Bellissimo il sogno di Liam, credo possa corrispondere anche col mio. Comunque io sto un po’ più sul generale: poter vivere di musica che è l’unica cosa della vita che mi riempie il cuore veramente“.

Liam: “Mi associo. In fondo è lo stesso desiderio espresso in modi diversi. Questa vita qua ti dà molti impulsi, molte cose positive, anche solo un messaggio da parte di un tuo follower che dice: ‘Guarda che tu spacchi, ascolto tutti i giorni le tue canzoni, me le metto in loop!’ Solo questa è una soddisfazione grandissima, un qualcosa di positivo che ti arriva e questa vita qui ti dà tante cose positive, come può dartene anche di negative, ovviamente non lo nascondiamo, però è proprio vivere queste sensazioni è bellissimo perché la musica è l’unica cosa che rimarrà soggettiva sempre e questo è bello“.

Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Care: “Rap, sicuramente. Adesso dire rap so che vuol dire tutto o niente, trap, rap… Però ho una passione per il rap anni Novanta americano, anche Duemila italiano, quindi Neffa, oppure gli N.W.A. Di quelli recenti potrei farti i nomi di Gemitaiz oppure mi sono innamorato di Tedua“.

Liam: “Io a livello di composizione non ho punti di rifermento, nel senso che scrivo quello che mi viene. Però io ascolto un po’ di tutto, sia la musica che ha appena citato Care, non i rap anni Novanta però. Io, poi, ascolto moltissimo i OneRepublic, che sono il mio gruppo preferito, e tutto ciò che ci sta attorno, quindi Imagine Dragons, Coldplay, vado matto per tutto il commerciale, ma mi piace molto anche la musica italiana. Vado pazzo per Ultimo e mi sta piacendo molto anche Gazzelle e Irama che è quello che si avvicina più al nostro stile“.

Cosa troverete sotto l’albero di Natale?

Care: “Ho regalato una sedia a Liam, credo possa bastare“.

Liam: “Sì, mi ha regalato una sedia da studio“.

Care: “Una notte eravamo qui in studio e gliene ho sfondata una! Ma non l’ho fatto apposta!“.

Liam: “Io spoilero quello che regalerò a Care: ti regalerò qualcosa di importante per il tuo studio! Per me, invece, ho pensato a delle casse, ho un giradischi che mi hanno regalato senza l’impianto audio…

Un messaggio l’uno all’altro?

Liam: “Care, devi stare più tranquillo su quello che succederà perché niente arriva subito, ci vuole sempre del tempo, a chi arriva subito tutto ha culo! Noi, non avendo culo, ma avendo capacità, abbiamo bisogno di un po’ più di tempo. Le capacità ci sono, quello che deve arrivare arriva. Ricordati: ci sono delle persone che sono nate per questo!

Care: “Io sempre lo faccio e continuo a farlo: ringrazio Liam perché sta credendo tanto in me e sinceramente non so neanche perché!“.

Liam: “È obbligato, lo sto minacciando!

Care: “A parte gli scherzi, devo ringraziare Liam perché ci crede e so anche il perché, grazie Simo!“.

Liam: “Grazie a te!“.

Avete un’amicizia meravigliosa e un sodalizio artistico di una freschezza incredibile! Donatemi un verso di una canzone che vi sta più a cuore.

Liam: “Io ho una frase mia che ho sempre stretta che è di una canzone che ho scritto io e si chiama ‘Antartide’, dato che io sono molto collegato alla notte, scrivo solo di notte, ‘tra tutte le lune io ho scelto la luna più storta’ che è una delle tante frasi a cui sono legato, ma è quella che più mi rappresenta adesso. Il senso si smembra in due: il primo significato è il fatto che tra tutte le scelte che avevo ho scelto quella peggiore perché adesso non ho più tra le mani quello che volevo, e la seconda cosa è che, riferendosi sempre alla notte, tra tutti i modi che ho di vivere sto acquisendo quello che mi fa più male, ma questo mi fa anche scrivere bene che è quello che ti ho detto prima, che appunto la condanna dell’artista è proprio quello di scrivere bene stando male e fra tutti i modi che ho di vivere sto scegliendo quello peggiore per alimentare questa voglia di scrivere. Questo è il doppio significato“.

Care: “Per adesso non ho molte canzoni all’attivo, ma mi piace molto la frase iniziale di una canzone che abbiamo fatto assieme io e Simone che si chiama ‘Siddharta’ e ‘io volevo solo un’opportunità per dirti quanto cazzo sono fragile, quante volte ho corso ma poi scivolato sopra le mie stesse lacrime’, rappresenta il momento“.

Liam: “Con la frase ‘quante volte ho corso ma poi scivolato sopra le mie stesse lacrime’ dimostriamo proprio il fatto di come siamo empatici, perché io ho dato la frase ‘tra tutte le lune ho scelto la luna più storta’, cioè ci facciamo del male da soli, idem lui perché è scivolato sulle sue stesse lacrime, questa cosa è bellissima perché sappiamo di aver sbagliato nelle nostre vite e adesso stiamo scrivendo i nostri sbagli e tutto quello che nel passato ci ha fatto male e questo ci unisce molto. E non solo noi, ma unisce tutti quelli che ci ascoltano e ci fanno i complimenti ogni giorno e questo è bellissimo perché per l’ennesima volta è la dimostrazione che la musica è un linguaggio universale ed è bellissimo“.

Sì, la musica, quella bella e vera, va dritta al cuore. Grazie, ragazzi!

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