Cristallo: “Io ho sempre un Piano B!”

Ha da poco varato l’ep “Piano B” (Blackcandy Produzioni) in un anno in cui, oltre al Covid, a lei “ne sono successe proprio di tutti i colori, ma teniamo duro“, assicura con la sua voce tersa e luminosa. È Cristallo, al secolo Francesca Pizzo.

Cristallo, un nome d’arte così bello e particolare: come arrivi a questa scelta?

È nato una sera in cui io e il mio ex socio, perché all’inizio eravamo un duo, abbiamo deciso di andare oltre al progetto Melampus, che era quello che condividevamo all’inizio in cui cantavo in inglese. Siamo passati all’italiano e abbiamo detto: ‘Allora bisogna scegliere un nome che sia italiano’. Siccome io sono una grande amante dei minerali e delle pietre dure, abbiamo iniziato a sfogliare un libro di pietre dure e di cristalli e, ad un certo punto, abbiamo detto: ‘Scegliamo solamente il nome cristallo che sta a significare tutti i cristalli del mondo!’. Siccome ogni cristallo ha le sue proprietà e caratteristiche, non mi piaceva essere necessariamente ricollegata ad un cristallo specifico. Allo stesso tempo mi piace anche che molti pensino che cristallo sia in realtà la materia vetrosa, il cristallo è simile al vetro, in realtà non è così, ma questa ambiguità mi piace molto perché effettivamente l’idea di cristallo suggerisce sempre una trasparenza“.

Tu hai sempre un “Piano B” nelle emergenze?

Io sono un grande giocoliere, me ne sono resa conto quest’anno, perché in tante situazioni mi sono trovata come tutti a dovere cambiare piano e senza avere neanche tanto il tempo di ragionarci, quindi sì, alla fine dei conti, mi sono resa conto che un piano B io ce l’ho sempre“.

L’ep “Piano B” contiene cinque brani – “Dei due”, “Casa di vetro”, “Cosa c’è”, “Falena”, “Cuore nero” -, mi dai un aggettivo per ognuno così da raccontarli?

Duplice per ‘Dei due’, sicuro per ‘Casa di vetro’, introspettivo per ‘Cosa c’è’, idealista per ‘Falena’, tagliente per ‘Cuore nero’… troppi cuori neri ho incontrato in vita mia, affascinanti all’inizio, ma alla fine dei conti nascondono grandi ombre: basta!“.

Meglio incontrare un cigno nero…

O meglio cambiare colore: un cuore bianco!“.

È uscito l’ep “Piano B”, ma l’album non era pronto?

L’album era pronto per un’uscita che era stata stabilita in primavera, ma poi è arrivata la pandemia e quindi è rimasto tutto in sospeso. A quel punto, durante l’estate, non si è potuto suonare molto, la situazione era molto precaria, e a fine estate abbiamo deciso con l’etichetta almeno di far uscire questo ep che contiene i primi quattro singoli più ‘Cuore nero’, perché erano tutti brani destinati a fare parte della tracklist del disco. Appunto, perché serve un piano B, non ci si può fermare. Tanto più se hai un disco pronto. Quindi è per questo che abbiamo deciso di fare un ep digitale, perché la musica deve andare avanti“.

Adesso come proseguirà questo tuo percorso?

Ho già altrettanti brani pronti inediti. Io purtroppo mi trovo come tanti altri colleghi ad aspettare un po’ il corso degli eventi. Spero che in primavera si ricominci a suonare dal vivo, anche all’aperto, che si trovi il modo di riprendere l’attività dal vivo, perché per musicisti come me è fondamentale suonare in giro. Il piano è quello di far uscire un secondo ep in digitale e poi un disco fisico in autunno, vediamo se ci riusciamo, altrimenti bisogna pensare a un piano C!“.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Sono tra i più disparati. Io vengo da un’esperienza molto scura, e sperimentale a tratti, con Melampus che era questo primo progetto che ho avuto fino a qualche anno fa e da lì ho iniziato ad aprirmi ad altre sonorità. Devo ammettere che mi sto concentrando molto sul cantautorato. Cose italiane non ne ascolto molte, però ci sono artisti italiani che mi piacciono moltissimo, ad esempio mi piace molto La Rappresentante di Lista“.

Nella vita privata e nella vita artistica: meglio soli o male accompagnati?

Mi hai fatto la domanda che speravo mi facessi: meglio soli! Io l’ho capito da poco, ma meglio soli, non si discute. È una grande occasione stare da soli, è l’occasione di farsi delle domande, ascoltarsi, capirsi: è fantastico!“.

Rispetto al precedente duo preferisci essere solista?

Sì. L’altro percorso mi ha formato, però forse sto facendo i passi più grandi adesso“.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Io sogno tanto, ma non saprei dirti un sogno particolare… Un brano, una colonna sonora di qualche regista che mi piace… Sì, mi piacerebbe prendere parte a qualche colonna sonora!

Un regista da cui ti piacerebbe essere chiamata?

Che faccio sparo alto?

Spara alto, sogniamo alla grande!

Alice Rohrwacher: girl power sempre!“.

Sei una cinefila?

Mi piace molto il cinema. Amo molto anche la letteratura. Ma il cinema è il linguaggio più prossimo alla musica!“.

Anche la letteratura… Hai un poeta e dei versi che ti stanno più a cuore?

Emily Dickinson, da ragazzina avevo un armadio bianco sul quale avevo scritto in grande e corsivo una delle sue poesie, su ciò che un artista riesce a tenere in una mano, quello che è in potere per un artista, ciò che l’artista riesce a creare…“.

Cosa ti aspetti dal 2021?

Probabilmente più consapevolezza. Quest’anno ci siamo accorti di aver dato molte cose per scontate. L’anno prossimo, augurandosi che la situazione migliori radicalmente, secondo me daremo tutti più importanza alle cose piccole, come ad una cena con gli amici“.

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