Musica Nuda live streaming con la Turandot. “Per noi questo lavoro vuol dire fondamentalmente stare su un palco e portare dal vivo la nostra musica”

Una virtù di Petra può essere la testardaggine intesa in senso positivo ovviamente, cioè quando vuole perseguire un obiettivo a volte può anche non dormire per 22 ore di seguito!“. “Di Ferruccio è la pazienza, e poi è quello preciso, ordinato, io perdo tutto e lui trova tutto. Siamo ben abbinati“. Non sono una coppia nella vita, ma artisticamente sono un connubio perfetto: sono il duo Musica Nuda, composto (in ordine delle dichiarazioni precedenti) da Ferruccio Spinetti (contrabbasso) e da Petra Magoni (voce). Domenica 6 dicembre lo staff del Teatro Superga di Nichelino in Torino ha deciso di invitarli sul palcoscenico per una versione in streaming della “Turandò” scritta e diretta da Marta Dalla Via per il duo, ribattezzata per l’occasione con il nome “Turandò Zona Rossa” (l’esibizione sarà trasmessa in diretta streaming a partire dalle ore 21 al link https://nelsalottocon.it/, biglietti disponibili al link https://bit.ly/3maGRu8).

Come siete approdati al progetto Turandot?

Ferruccio Spinetti: “Praticamente ci è stato richiesto da Marta Dalla Via che non solo è regista, ma anche autrice del testo. Dopo averci seguito per parecchi concerti live come Musica Nuda, ha pensato di scrivere tutto un riadattamento della Turandot ispirata a quella di Gozzi del Settecento, però avendo come protagonisti solo noi due, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, sul palco, a cui ci ha affidato non solo, ovviamente, un commento musicale, ma anche, per la prima volta nella nostra storia, siamo coinvolti in maniera attoriale. Quindi è uno spettacolo davvero nuovo per quanto ci riguarda, perché come saprai noi siamo un duo fondamentalmente musicale“.

Quali personaggi andate ad interpretare?

Petra Magoni: “In realtà ce li scambiamo. Noi raccontiamo questa storia, ma di volta in volta ci trasformiamo in Calaf, Turandot, piuttosto che in tutti gli altri personaggi. Quindi non è che siamo un singolo personaggio. Raccontiamo la storia e di volta in volta diventiamo l’uno o l’altro“.

Quali sono le sfumature di questo spettacolo rispetto al testo classico?

Petra Magoni: “È molto ironico come stiamo noi sul palco, ma ha anche dei lati di denuncia verso un certo tipo di dittatura che c’è in Cina. Del resto, la Turandot è ambientata in Cina, già di suo, e già nelle varie versioni che ci sono di Schiller, di Brecht, quella di Puccini, etc., in ogni versione gli enigmi, le domande che vengono poste al Principe sono differenti, quindi la storia è la stessa ma gli enigmi sono differenti. Anche nella nostra versione la storia è quella, ma gli enigmi sono appunto contemporanei e parlano anche in qualche maniera di denuncia della Cina di oggi, piazza Tienanmen piuttosto che la distruzione del Tibet dal punto di vista ecologico e non solo, etc. etc.“.

L’evento in diretta streaming che accorgimenti ha rispetto ad un live con il pubblico in teatro?

Petra Magoni: “Intanto non lo sappiamo perché è la prima volta che facciamo uno streaming assolutamente senza pubblico. Abbiamo fatto qualcosa in streaming, ma sempre con qualcuno presente, con un po’ di pubblico e quindi è la prima volta, non sappiamo esattamente cosa aspettarci da questa cosa. C’è da dire che è uno spettacolo che abbiamo provato moltissimo a gennaio e che si è interrotto a febbraio, quindi sicuramente non potrà essere esattamente lo stesso, anche per motivi di inquadrature, di spazi, di cose diciamo tecniche. Per cui sarà una versione diversa. In più, in streaming l’attenzione non si tiene così a lungo come in un teatro e quindi sarà una versione un po’ più breve e con più parti musicali e meno parti di testo“.

Quanto durerà lo spettacolo in streaming quindi, un’ora e mezza?

Ferruccio Spinetti: “Sì, credo anche qualcosa in meno, un’ora e un quarto, un’ora e venti al massimo“.

Ho visto bene lo spettacolo costa 4,99 euro?

Ferruccio Spinetti: “Sì, confermo, iva inclusa!“.

Petra Magoni: “Mi sembra un prezzo giusto perché ovviamente, vedendolo in streaming non si può chiedere di più, ma è anche giusto che ci si abitui che le cose anche sul web non possono essere sempre e solo gratuite visto che appunto per tante persone sono lavoro. Anzi ci tengo a dire che per quanto questi eventi non potranno mai sostituire un concerto, uno spettacolo dal vivo, tutti i miei complimenti e tanto di cappello a tutti quegli organizzatori e a tutti quei teatri che comunque provano a dare un’offerta culturale e non solo e che fanno lavorare noi artisti, tutti i tecnici e tutte le persone che ruotano attorno al nostro settore“.

Cosa vi affascina della Turandot?

Ferruccio Spinetti: “A me affascina come tutte le grandi opere, del resto non sarebbe durata così tanti anni e anche la modernità di alcuni temi come in questo caso il fatto che c’è al centro la figura femminile che in qualche modo può scegliere la libertà di non doversi sposare con un determinato uomo. Tutto ciò, ovviamente, se parliamo oggi che siamo nel 2020 può sembrare quasi una barzelletta, ma se trasporti questa cosa a trenta, quaranta anni fa, ahimè, era nera la condizione in cui viveva l’universo femminile. Quindi mi piace questa chiave di lettura che Marta ha voluto dare anche trasportandola ai giorni nostri l’Opera“.

Petra Magoni: “Ferruccio ha un grande aspetto femminile, è un innamorato delle donne! Per quanto mi riguarda, devo dire che della nostra Turandot mi piace molto proprio questa cosa che lo spettacolo comincia in maniera molto leggera, divertente, non si capisce bene dove andiamo a parare e poi a un certo punto arrivano questi momenti molto intensi e molto profondi che fanno un bel contrasto e a me piace molto“.

Uno slogan per questo spettacolo del 6 dicembre?

Petra Magoni: “Nessun dorma!“.

Bene! Incrociamo le dita! Intanto, mi chiedo: dopo? State preparando un nuovo disco?

Ferruccio Spinetti: “Abbiamo usato questi mesi di stop forzato per mettere a fuoco un progetto che avevamo nel cassetto da anni, ossia uscire l’anno prossimo, magari in primavera, con un disco di inediti tutto incentrato sul mondo dei bambini. Ci saranno solo brani originali scritti da noi o da altri autori con cui collaboriamo da anni, come Max Casacci, Tony Canto, Cristicchi, Luigi Salerno, Alessio Bonomo, che ci hanno dato dei pezzi davvero molto belli che hanno quel sapore che potevano avere i brani del Quartetto Cetra, piuttosto che di Sergio Endrigo, ossia canzoni per bambini che però possono piacere anche ai grandi, perché troppo spesso immaginiamo che le canzoni dei bambini sono canzoni stupide, invece spesso sono molto più profonde di quelle che scrivono i trap ogni giorno“.

Petra Magoni: “Siccome il 10 di gennaio Musica Nuda diventa maggiorenne perché facciamo 18 anni, ci sembrava carino far coincidere in questo compleanno di maggiorenni un qualcosa di dedicato ai minorenni“.

Un bilancio di questi 18 anni?

Ferruccio Spinetti: “Siamo cresciuti fondamentalmente in tutti i sensi, sia anagrafico che musicalmente. La cosa bella è che dopo 18 anni siamo ancora qui in una macchina, in un’autostrada, con il fido Alessio Lotti, il nostro fonico che ci segue oramai da più di 14 anni, perché per noi questo lavoro vuol dire fondamentalmente stare su un palco e portare dal vivo la nostra musica. Anche perché non abbiamo mai vissuto grazie ai proventi delle vendite dei dischi e tanto più oggi che i dischi praticamente non esistono più“.

You May Also Like

Tappa vincente per i Gregari “In fuga”

L’amore non soffoca, l’invito alla denuncia

“Letto singolo”: debutto promettente per il giovane cantautore Michele Lener

Alice Righi, un arcobaleno di emozioni