Ganoona, il surfista del significato della vita!
“Cerco di fare una musica che mi assomigli, essendo io un po’ un mix come italo-messicano, cerco di mettere tutte le mie influenze. Sicuramente la musica che faccio è molto italiana, la lingua è italiano, però spesso fa capolino anche un po’ di spagnolo e qualche sonorità latina che cerco di inserire non forzatamente ma in maniera molto naturale in scrittura: a volte mi viene spontaneo inserire alcune cose in spagnolo“. Sono al telefono con il cantante, rapper e songwriter Ganoona, nato a Milano ma di origine messicana da parte di padre. Ha trent’anni e da poco ha varato il singolo “Deserto” (Noize Hills Records).
Ganoona, quali pregi e quali difetti ti riconosci come uomo e come artista?
“Partiamo dall’artista, che forse è più semplice. Un pregio è sicuramente che mi piace sperimentare e il difetto diciamo che è collegato al pregio, nel senso che sono uno che si annoia facilmente. Quindi a volte bisogna anche artisticamente saper seguire un filone nuovo, se vengono dei risultati a volte questo lo faccio, ma tendenzialmente perché mi annoio. Come uomo, un pregio, che poi si rispecchia anche nella musica, è che ritengo di essere una persona sensibile, nel senso che quello che mi succede attorno mi influenza molto a livello emotivo, anche se a volte vorrei essere più coriaceo. Come difetto, forse, che sono un po’ permaloso“.
Starò attenta con le domande allora! (Scherzo, ndr).
“No, no, tranquilla” (ride, ndr).
L’ultimo tuo singolo, “Deserto”, da quali suggestioni nasce?
“È un po’ una ballata di un amore al tramonto, quindi la canzone nasce da un’esperienza di questo tipo vissuta purtroppo sulla mia pelle. Quando scrivo, scrivo sempre partendo da esperienze personali, quindi anche in questo caso mi sono trovato nella situazione di rendermi conto di un ‘deserto’ che si era venuto a creare tra me e una persona, e quindi anche scrivere il pezzo in realtà mi ha aiutato a focalizzare questa cosa“.
A questa persona ti sei riavvicinato?
“No, è finita“.
Spero che adesso tu abbia di nuovo il cuore impegnato…
“No, sono uno che s’innamora facilmente, ma non così facilmente da ributtarmi subito in una relazione“.
È molto bello il video di “Deserto” diretto da Lorenzo Chiesa. Mi piace che apre con la vista del cimitero monumentale di Milano, un’opera architettonica di incredibile pregio: come mai questa scelta?
“Calzava a pennello, secondo me, con il crepuscolo di una storia d’amore, tristemente“.
È bello che ti si vede passeggiare con una ragazza e tra di voi un cane con degli occhi molto espressivi.
“Si chiama Zeus, è dolcissimo. È il cane di lei“.
Il brano “Deserto” è stato selezionato a Sanremo Giovani: com’è andata questa avventura?
“Purtroppo mi sono fermato. Adesso sono in atto le finali su Rai1. Io mi sono fermato al provino a Roma. È stata una bellissima soddisfazione anche soltanto essere selezionato e arrivare dove sono arrivato (la canzone è stata scelta tra i primi 61 brani, ndr), non me l’aspettavo, non avevo scritto la canzone con quell’obiettivo. Ci siamo poi trovati tra le mani una canzone che poteva essere adatta a quel contesto, quindi abbiamo provato, ma l’etichetta è piccola, quindi già trovarsi a Roma, negli studi Rai, insieme agli altri artisti, anche più affermati, è stata sicuramente un’esperienza importante, interessante“.
Hai intenzione di partecipare a talent televisivi?
“Non è una priorità, ma se dovesse capitare lo farei, non lo escludo ma in questo momento non mi sento di seguire questa prospettiva“.
Come proseguirà il tuo progetto discografico visto il momento di emergenza sanitaria che stiamo vivendo?
“Purtroppo tante date sono state annullate, rimandate. Ora mi sto concentrando sulla lavorazione del disco, il mio primo disco, quindi sto cercando di fare un lavoro certosino, arrivando veramente al risultato che voglio. Sto cercando di fare un disco che sia bello e che mi faccia appassionare in primis a me, perché se non mi appassiona quello che faccio non ha molto senso“.
Quando pensi di farlo uscire?
“Incrociando le dita potremmo esserci verso primavera“.
Quindi sei già avanti con il lavoro?
“Sì, le canzoni ci sono. Adesso stiamo facendo il lavoro di ricerca dei suoni, di produzione, le canzoni ci sono tutte, ma stiamo cercando di impacchettarlo per bene“.
Hai già idea del titolo dell’album?
“Sì, ma questo lo tengo ancora un pochino segreto“.
Lasciami solo indovinare, se ti ho un po’ capito: tu sei uno di quelli che non userà il titolo di una canzone per dare il nome al suo primo disco?
“C’hai azzeccato! Ti do un indizio, sarà una parola sola ed è una parola che si presenta in uno dei miei brani, ma non è il titolo…“.
Intrigante, dovrei ascoltare le canzoni (rido, ndr)… Intanto, immagino che il tuo desiderio per il 2021 riguardi il tuo album…
“Sì, che il mio disco possa essere ascoltato da più persone possibili e di poterlo soprattutto suonare dal vivo come si deve, con la band, in locali, in una situazione decente, questo è il mio desiderio per il 2021“.
Qual è il motto della tua vita?
“Tiro fuori il motto che avevamo creato io e una mia amica tanti anni fa e che ho anche tatuato e che mi accompagna. È in inglese. È ‘Surf The Meaning’, cioè ‘Surfare il significato’ che è un po’ la mia ‘way of life’, il mio modo di vivere. Ho tatuato una ‘s’, che lo simboleggia, non la scritta estesa, sull’avambraccio destro. È un invito a non stare troppo attaccati alla razionalità, ma essere un po’ dei surfisti del significato della vita. Si deve veleggiare sulla spuma!“.