Eva: “Quando come cantante riesco a trasmettere emozioni per me è una vittoria”
Ha la chiave di violino con una stella intrecciata alla lettera “E” tatuata dietro al collo evidenziata dal taglio corto dei capelli. Si chiama Eva Capomagi, ha 25 anni, vive a Polverigi, un piccolo paesino della provincia di Ancona, e frequenta l’ultimo anno della specialistica in Scienze dell’amministrazione pubblica e privata. “Mamma e papà mi hanno dato questo nome un po’ ricercato, d’impatto, che resta impresso e che mi rappresenta appieno: sembra un nome d’arte come se avessero saputo che un giorno avrei fatto l’artista“. In realtà, chi ha scoperto le sue doti musicali è stato il nonno materno Serafino a cui Eva ha dedicato il suo ultimo singolo “I nostri passi”. “Nel 2012, purtroppo, gli è stata diagnosticata una leucemia e in quattro mesi è morto, è stato molto doloroso perché inaspettato“.
Eva, un tuo segno particolare, qualcosa che ti fa riconoscere a livello artistico?
“Il timbro vocale un po’ graffiato. All’inizio non ce l’avevo così, negli anni mi è cambiato in questo modo. Si è trasformato in maniera naturale, anche quando parlo è abbastanza basso. Mi si è abbassata l’estensione. È una cosa particolare che mi fa abbastanza differenziare dagli altri“.
“I nostri passi” racconta di nonno Serafino, hai contribuito anche alla scrittura del testo?
“Io non ho scritto mai, però pensavo spesso al passato condiviso con nonno, una cosa a me molto cara, ma non sapevo bene da dove partire. Poi fortunatamente ho incontrando Raffaele Ciniero, che è appunto l’autore. Siamo diventati amici e, parlando di questa storia, lui ha preso spunto un po’ da quello che gli ho detto ed è nato questo brano che io quando l’ho sentito l’ho trovato proprio come lo volevo. Lui mi ha capita al volo e ha messo in musica le emozioni che gli ho raccontato, il mio vissuto“.
Nel videoclip si vede il mare dove ti portava lui?
“Sì, con lui noi andavamo anche molto spesso al mare, soprattutto d’estate, quando ero piccola stavo sempre con lui, andavamo a fare lunghe passeggiate. Però, non è che nel video ho cercato questo, è più un mare visto come segno di un luogo di ricordi, soprattutto un mare un po’ sul grigio, non una giornata di pieno sole. Si voleva far trapelare che è un ricordo anche bello di una persona che non c’è più purtroppo. Quindi mi è sembrato l’ambiente che più si abbinava ad una canzone di ricordi. Spesso si va al mare per pensare, quindi mi ha dato quell’idea di ricordo, di pensieri“.
Il nonno cosa ti diceva sulla musica?
“Lui mi ha sempre sostenuta su questa mia passione. Sin da piccola ho iniziato a coltivare la musica grazie a lui. Con lui ascoltavamo tanta musica e col fatto che passavo intere giornate con lui, mentre i miei genitori lavoravano, è lui che mi ha portato su questa strada. Prima ho iniziato a suonare nella banda del paese dove abito e dopo sei, sette anni, quando si era capito che avevo una propensione verso questo ed ero abbastanza intonata, è stato sempre lui a dire a mamma e papà di portarmi alla scuola di canto. Poi quando ho cominciato a fare i primi concorsi, lui c’era sempre: siamo andati in giro per tutta Italia. Si sedeva sempre al primo posto, applaudiva e diceva sempre: ‘fatti vedere!’ Perché io ero piccola e timida. Ho cominciato a fare i concorsi che avevo undici, dodici anni e stavo sempre un po’ indietro. Anche adesso, in realtà, non è che sono un tipo che dice ‘sono più brava degli altri!’ e allora mi faccio vedere. Sono abbastanza umile. Lui mi diceva che in questo mondo ti devi fare un po’ largo, farti valere. Quindi mi spronava sempre ad andare avanti, a farmi vedere, perché lui credeva nelle mie capacità“.
Ho visto un post su Facebook: stai partecipando a Sanremo Giovani?
“Con questo brano ci siamo presentati, ma non siamo passati“.
Hai visto, aveva ragione il nonno, ti dovevi “far vedere” di più… (giochiamo, ndr).
“Infatti, ricordo sempre le parole che mi diceva, però negli anni sono migliorata. Perché se no a quest’ora tante cose che sono successe dopo non sarebbero avvenute. Ora, comunque, ho acquisito la consapevolezza di chi sono e riseco a fare un passo in più“.
Qual è il tuo riferimento artistico?
“Come musica ascolto tutto, nel senso che mi piace un po’ prendere da tutte le parti, non ho un riferimento specifico. Il cantante che preferisco è però Marco Masini, nel suo modo di cantare mi ci ritrovo perché anche lui, in versione maschile, ha una voce un po’ sporca ed anche per i testi che fa. A me piacciono molto testi, parlo anche di canzoni mie, che raccontano una storia. Sicuramente nei testi di Marco Masini negli anni abbiamo visto che ha affrontato varie tematiche. I suoi non sono testi scontati, a volte anche troppo pesanti magari, ma nell’insieme sono brani che mi sono sempre piaciuti. Tra timbro di voce e testi lui è un connubio che ho sempre seguito come punto di riferimento. Nella realtà di oggi, gli stili sono molto cambiati dal punto di vista musicale, in radio sentiamo un po’ di tutto. A volte quando decidi di far uscire un inedito devi stare un po’ dietro a quello che è il mercato musicale. Adesso c’è un tipo di musica diverso da quello che c’era un po’ d’anni fa. Però è giusto andare sempre per la propria strada, nel senso di non cambiare perché cambia lo stile alla moda. Se tu hai uno stile e ti piace far quello è giusto che tu lo segua. Poi dopo, quello che viene, viene. È inutile cambiare perché se uno stile non ti appartiene risultati anche ‘montato’. È inutile ad esempio che mi metto a fare il rap se non lo so fare, vien fuori anche una cosa non fatta bene“.
Meglio controcorrente che inseguire la moda…
“Anche perché poi le mode cambiano di anno in anno, è una ruota che gira“.
Quindi non tradire mai te stessa!
“No, infatti!“.
C’è una canzone di Marco Masini di cui ti piacerebbe fare la cover?
“Ho fatto già una cover un po’ d’anni fa, ‘Ci vorrebbe il mare’, una canzone che ho sempre amato e cantato in diversi contesti e mi piacerebbe rifarla perché nella versione che ho fatto non c’era la consapevolezza che ho adesso del testo, di quello di cui parla, quindi adesso sarebbe tutto diverso. Più passa il tempo e più hai un modo diverso d’interpretare e di capire le parole della canzone. Poi l’ho fatta, ma non c’è una cover ufficiale. Ora grazie all’etichetta posso fare qualcosa in più. Prima ero sempre autoprodotta e sei sempre nei limiti di quello che puoi fare da sola. Adesso con l’opportunità in più che mi è capitata da settembre ho possibilità di fare di più, anche di ampliare gli stili, di fare qualcosa in più, perché ho qualcuno dietro che mi sostiene“.
Ti riferisci al fatto che stai lavorando con Raffaele Ciniero?
“Sì, con Raffaele con cui ci siamo conosciuti per caso ad un concorso e col fatto che io adesso sto con l’etichetta Yourvoice Records di Marco Giorgi. Tutto è nato da qui. Il discografico aveva fatto un concorso dove noi, io e Raffaele, abbiamo partecipato singolarmente, non ci conoscevamo. Per caso siamo stati messi insieme e abbinati perché lui ha scritto una canzone ed io ero l’interprete. Dopo che abbiamo vinto questo concorso e abbiamo visto che c’era un’intesa artistica abbiamo continuato e continueremo perché a me piace come scrive e a lui piace come canto. In più da settembre ho il contratto con la Yourvoice che ci dà la possibilità di pubblicare gli inediti e di poterli pubblicizzare“.
Hai studiato al Cet di Mogol che ha da poco inaugurato il nuovo corso dell’etichetta Numero Uno: ti ha contattata in questa occasione?
“No, io avevo fatto la sua scuola e quest’anno che ho l’inedito potrei, se mi contattano, presentarmi al festival del Provino dove i ragazzi che hanno frequentato la scuola possono presentare il loro inedito. Poi come vincita c’è una borsa di studio dove puoi far vedere il progetto che hai pronto“.
La cosa di cui vai più orgogliosa del tuo percorso musicale fino a qui?
“Sicuramente il fatto che non sono mai cambiata, sono stata sempre me stessa, anche se magari delle volte mi è stato detto che avrei dovuto cantare in altro modo, fare altra musica. Io non è che non accolgo i consigli, ma secondo me è giusto essere se stessi sempre, questo mi piace fare e si abbina anche alla mia personalità perché per me è importante essere credibile. Io sono andata sempre avanti per la mia strada anche se ho avuto tante porte chiuse in faccia, ma anzi sono proprio quelle che mi sono servite a dire: vado avanti per fare meglio. Per esempio, da piccola all’immagine non gli dai peso ma più vai avanti più capisci che l’immagine giusta quando fai un’esibizione si guarda, così prendi di tutti i consigli in merito quelli che ti danno ciò che ti si confà senza stravolgerti“.
Come proseguirà il tuo percorso discografico?
“Adesso stiamo progettando altri inediti con Raffaele e anche cover, magari sotto Natale come ho fatto tutti gli anni per augurare buone feste. Comunque dal punto di vista del progetto artistico stiamo andando avanti con altri inediti perché all’orizzonte c’è il pensiero di fare un ep, logicamente più in là, quando avremo più brani“.
Quale canzone interpreterai per questo Natale?
“Sono ancora indecisa perché né vorrei cadere su quelle più gettonate, né andare su quella troppo particolare“.
In Italia, la canzone a tema natalizio più ascoltata nell’ultimo anno su Spotify, con oltre 4 milioni di stream, è “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, che risulta anche tra le più ascoltate a livello globale. Questa già l’hai fatta?
“No, perché è stata fatta e rifatta da tantissimi. Io cerco una canzone natalizia ma non la solita, preferisco qualcosa di diverso, ricercato. Però mai dire mai, perché ‘All I want for Christmas is you’ è gioiosa, trasmette felicità e per questo Natale c’è bisogno di qualcosa di brioso“.
Cosa vorresti trovare sotto l’albero quest’anno?
“Pare banale, ma niente di concreto quanto che passi tutto questo momento e che si possa tornare a salire sul palco a trasmettere emozioni alle persone che credo hanno bisogno ora più che mai di vedere uno spettacolo che gli dia calore. La musica dà gioia. Per esempio, con questo brano qui ‘I nostri passi’, io volevo trasmettere emozioni, perché ognuno ha avuto la perdita di una persona cara e mi piaceva che una persona, ascoltando questo brano, potesse ricordare in modo felice una persona che non c’è più“.
Il tuo motto?
“La massima che utilizzo sempre, che mi volevo anche tatuare, è quella di Nietzsche che ‘senza musica la vita sarebbe un errore’, secondo me la musica trasmette emozioni e in lei si può trovare rifugio, è uno strumento fortissimo che abbiamo per poter arrivare al cuore delle persone. Quando come cantante riesco a trasmettere emozioni per me è una vittoria. Senza musica, per me, la vita sarebbe scarna perché vivo per la musica“.
Te lo farai questo secondo tatuaggio?
“Era in ballo prima del Covid. Adesso mi è presa l’ansia di andare, evito ancora, tanto questa frase l’ho stampata dentro nella testa e nel cuore“.