Filippo Ferro non ha dubbi: “Un domani si dirà: questo è un tocco alla Dioniso!”
Frontman di una band si nasce o si diventa? “Dipende, magari puoi diventarci facendo le scoperte giuste, magari crescendo anche spiritualmente oppure ci nasci e ti scorre nelle vene, secondo me l’una non preclude l’altra“. Tu come sei arrivato ad essere frontman della tua band? “Io sono stato contattato dai membri della mia band, però già da prima facevo musica, quindi sono entrato nella band grazie al chitarrista che mi è venuto a cercare fino a casa. Ma se ci rifacciamo al discorso se ci sono nato o ci sono diventato, credo che ci sono nato ma non lo sapevo e grazie alla mai band ci sono diventato“. Siamo al telefono con Filippo Ferro, il cantante che con Francesco Campo (chitarrista), Andrea Sciacca (batterista-percussionista) e Filippo Novello (bassista-tastierista) forma la band dei Dioniso. Hanno una media di 21 anni e sono tutti della provincia di Catania, tra Caltagirone, Mirabella Imbaccari e Vizzini.
Filippo Ferro, far parte di una terra bellissima come la Sicilia influisce sulla musica dei Dioniso?
“Sì, di sicuro, perché la nostra è una terra calda sia dal punto di vista climatico che dal punto di vista emotivo. Le persone sono molto solari e noi tendiamo a portare questo calore sia sul palco che nella nostra musica“.
Perché avete scelto il nome Dioniso?
“Lo abbiamo scelto perché richiama ovviamente una divinità greca, Dioniso, la divinità della festa e dell’ebbrezza. L’abbiamo scelto perché sono un po’ i temi fondanti del nostro stile di vita: ci piace vivere la vita al massimo, ci piace far festa, siamo giovani, ci piace portare all’estremo le nostre emozioni e ce le godiamo così“.
Sembrate molto affiatati tra di voi.
“Sì, per essere una band credo che l’affiatamento sia la prima cosa perché avere un rapporto freddo all’interno della band non credo possa produrre arte“.
Vi ispirate a qualche gruppo in particolare del presente o anche del passato?
“Noi siamo un po’ figli del rock anni Settanta, dai Doors ai Led Zeppelin, però ci piace ascoltare anche musica moderna, di italiana il grande Vasco e Achille Lauro, per esempio. Queste sono un po’ le nostre influenze però cerchiamo di vivere la nostra musica sempre con un tocco di Dioniso, così un domani qualcuno potrà dire questo è alla Dioniso“.
Hai detto il grande Vasco, sei mai stato ad un suo concerto?
“Sì, a Messina nel 2017. È stata una grande emozione, più che una canzone in particolare è stato l’intero concerto e l’intera situazione che mi ha scioccato perché io ancora non facevo parte dei Dioniso quindi l’idea di fare il frontman mi era abbastanza lontana. Però nel momento in cui ho visto la potenza, l’energia che trasmetteva Vasco un pensierino ce l’ho fatto e mi sono detto: forse questo è il mestiere che voglio fare“.
Bello, lo stai facendo!
“Ci stiamo lavorando!“
Avete debuttato in pieno lockdown con “Su-spire” (per la Hamsa Music Production): come è stato accolto questo brano?
“Con sorpresa e con piacere da chi l’ha ascoltato e anche dai più esperti. È stata una bella botta di energia in pieno lockdown che ci stava un po’ tagliando le gambe, ma noi abbiamo risposto con un singolo abbastanza energico“.
L’ultimo singolo che avete lanciato è “Solo una vita”: come nasce questa traccia?
“Mi piace definire ‘Solo una vita’ il manifesto dei Dioniso perché racchiude sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista del testo, quindi delle parole, i nostri principi, i nostri punti cardine, i nostri punti fondamentali. Quindi è nata naturalmente, ci siamo analizzati guardandoci in faccia, vivendo le nostre vite e abbiamo deciso di mettere per iscritto tutte quelle emozioni racchiuse all’interno del ciclo della nostra vita e l’abbiamo intitolata ‘Solo una vita’“.
Mi puoi elencare i punti chiave?
“Rifacendoci a ‘Solo una vita’, il motto nostro può essere ‘Solo una vita’ perché è una sorta di carpe diem, vivi il tempo al massimo. Questo è il primo punto. Il secondo è vivi le emozioni e goditi le emozioni. Il terzo riguarda l’arte e racchiude un po’ i primi due che è quello di esplicitare queste emozioni, la passione che mettiamo nella nostra vita sotto forma di arte“.
Come proseguirà il vostro progetto discografico?
“Di sicuro, abbiamo in mente di pubblicare un album. Però vogliamo sponsorizzarlo per forza tramite un tour live perché è quello che ci alimenta di più, quello che ci dà più motivazione. Nel frattempo facciamo uscire dei singoli perché abbiamo tanta roba a casa da poter pubblicare, quindi far passare questo periodo un po’ così“.
Avete un gesto scaramantico che fate prima di iniziare a registrare un brano?
“Sì, ci prendiamo a pugni, ma non alla Bud Spencer! Iniziamo magari a scherzare piano piano fino ad arrivare alle ammucchiate prima di registrare, è una sorta di scaramanzia ormai“.