Il regista Lajos Koltai si fa aedo del dottor Semmelweis

Con infinita passione, il regista e direttore della fotografia ungherese Lajos Koltai (79 anni), in Italia noto soprattutto come collaboratore di Giuseppe Tornatore (è stato candidato al premio Oscar per la fotografia di “Malèna”, per cui ha vinto anche il David di Donatello) racconta la figura di Ignác Fülöp Semmelweis, il medico che ha rivoluzionato il campo dell’igiene ospedaliera insegnando a lavare le mani. Questo gesto quotidiano e semplice, che durante il Covid è tornato all’onore delle cronache per l’importanza nella salvaguardia alla salute, non è scontato, e non lo è stato soprattutto in passato fino a quando i lavori di Louis Pasteur nel 1879 e di Joseph Lister nel 1883 ne dimostrarono l’importanza, di conseguenza sottolineando la grandezza delle intuizioni di Semmelweis.

Il film “La Battaglia del Dottor Semmelweis” (durata 127 minuti) è ambientato nella Vienna del 1847, quando un’inspiegabile epidemia uccide le giovani madri e i loro figli durante il parto. In particolare, in una clinica ostetrica di Vienna è attivo il dottor Ignác Semmelweis (interpretato dall’espressivo trentatreenne Miklós Vecsei H.) che fa di tutto per sconfiggere questa febbre, sfidando le teorie tradizionali e il dissenso dei colleghi. Con l’aiuto della giovane infermiera Emma (che ha il volto della bravissima trentenne Katica Nagy), individua il punto: bisogna lavare le mani ed i panni con una soluzione di cloruro di calce. Distribuito da Unicorn, “La Battaglia del Dottor Semmelweis” approda al cinema il 14 agosto mettendo al centro l’ardore e lo slancio del medico che non ha esitato ad andare contro le regole per salvare vite umane.

Il dottor Semmelweis (1818-1865) è passato alla storia come “il salvatore delle madri” per i suoi contributi allo studio delle trasmissioni batteriche da contatto e alla prevenzione della febbre puerperale. Il 5 maggio si celebra la Giornata Mondiale per l’igiene delle mani, lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per ricordare che questa procedura veloce, scoperta appunto da Semmelweis, può contribuire a salvare milioni di vite ogni anno. La vita di Semmelweis, però, non fu facile. I suoi risultati non furono accettati dai suoi colleghi e da tutta la comunità scientifica, così lui cadde in rovina morendo in un ospedale psichiatrico a 47 anni. Riconosciuta la sua giusta visionarietà, dal 1894 Budapest lo onora con monumenti e dediche, ed oggi il regista Lajos Koltai lo celebra con questo film come un vero eroe. Il racconto si snoda, infatti, in maniera epica, ricordando le intuizioni di Semmelweis e, soprattutto, l’ardore con cui le portò avanti, facendosi fonte di ispirazione per tutti, in special modo per i giovani, perseguendo nelle proprie idee con slancio, senza arrendersi mai.

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