Con “Un altro ferragosto” Paolo Virzì firma un altro capolavoro

Vive di opposti, contrasti e chiaroscuri “Un altro ferragosto” (durata 124’), il bellissimo film di Paolo Virzì (scritto assieme al fratello Carlo e a Francesco Bruni), al cinema dal 7 marzo distribuito dalla 01. È un’opera godibilissima per chi ha amato “Ferie d’agosto” nel 1995 e per chi non ha visto quel film che per la prima volta metteva in antitesi la famiglia Molino di sinistra e la famiglia dei Mazzalupi di destra, evidenziandone vizi e virtù in un’isola come Ventotene, cruciale per la storia del nostro continente: era il 1941 quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, nel periodo in cui erano stati qui confinati – assieme al futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini – per essersi opposti al regime fascista, idearono un progetto di Unità Europea. Mentre questa seconda avventura prende il largo, Virzì già accarezza l’idea di “tornare a Ventotene per una terza volta, per raccontare gli anni Trenta e Quaranta, quando quasi mille matti, tra i quali le menti migliori di quella generazione, furono portati qua in manette, e nonostante la loro condizione di privazione della libertà nutrirono le idee che avrebbero poi edificato il futuro nel dopoguerra”. Questo sogno, intanto, vive nelle immagini di “Un altro ferragosto” attraverso l’utopico pensiero del giornalista Sandro Molino, che cerca di seminare attraverso la parola un autentico spirito di libertà. Il suo animo combattente per i sani ideali democratici non riesce ad averla vinta, però, su una malattia che lo ha colpito. Il figlio Altiero, che ha avuto successo e vive all’estero, vuole regalargli un’ultima estate memorabile con tutta la sua famiglia allargata. Sull’isola, nello stesso periodo, giungono anche i Mazzalupi, la cui figlia influencer sta per convolare a nozze mediaticamente sfavillanti. Con la morte degli attori Ennio Fantastichini e Piero Natoli, i loro personaggi di mariti delle due sorelle Marisa e Luciana restano nel racconto, attraverso un’urna cineraria e foto, facendo posto all’ingresso di un nuovo amore per la più giovane, l’ingegnere Masciulli. Le colonne del cast del 1995 – Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Laura Morante, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, Gigio Alberti, Lele Vannoli – e le new entry – Christian De Sica, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, Emanuela Fanelli, Lorenzo Fantastichini (che dal papà prende nome e bravura) – sono fantastiche ed impeccabili, come i musicisti di un’orchestra guidati dalla bacchetta dell’attento e sensibile Maestro Paolo Virzì. Era facile in un film corale che vive di incontri e scontri continui, per di più di ambito familiare, generazionale e di ideali politici, che ci fosse una qualche sbavatura; invece, in “Un altro ferragosto” tutto scorre come in un accordo strepitoso, regalando al pubblico sorrisi e riflessioni, in un alternarsi di malinconie e ironie, al cospetto del passare del tempo con cui ognuno di noi deve fare inevitabilmente i conti.

You May Also Like

“Te l’avevo detto”, un film tremendamente visionario

“Arf”, il racconto animato del candore che sfidò il dittatore

“Il punto di rugiada”, l’incanto di un film d’autore

Quando un film si fa specchio delle distorsioni social