“Amate sponde” bussa alla porta degli sguardi distratti degli italiani

Ama si definisca “una landscape-suite in 4K” il suo documentario “Amate sponde”, uscito al cinema il 14 marzo, Giornata nazionale del paesaggio. È Egidio Eronico, il cineasta che ha iniziato la carriera alla fine degli anni ‘70 producendo e dirigendo film indipendenti in super8, per poi firmare pagine importanti della storia del cinema: ha siglato il seriale radiofonico in 12 puntate “L’amico magico” su Nino Rota, seguendo la scia del documentario di Mario Monicelli, e ha diretto Charlton Heston in “My father – Rua Alguem, 5555”, ultima prova del grande attore hollywoodiano. Oggi le “amate sponde” italiane, che richiamano i versi del poeta Vincenzo Monti, sono da lui declinate in una danza di sole immagini e musica che fotografano un’Italia così bella naturalisticamente eppure così risucchiata dal cemento, così avanti nella robotica eppure ancora così povera, così maestosa nelle sue testimonianze archeologiche eppure così degradata nelle periferie, così piena di gente che vuole vivere la gioia eppure così costretta ad occupare spazi industrializzati che tolgono il respiro. L’Italia ritratta è piena di contraddizioni e diseguaglianze economiche, religiose e sociali: è una nazione che vede represso e ingabbiato il suo impulso vitale, pulsante di slanci di bellezza umana e paesaggistica. I frame che si susseguono sono armonici, vibranti e palpitanti, grazie all’occhio vigile e mai distaccato di Sara Purgatorio che firma la fotografia, e alle musiche del compositore Vittorio Cosma, che dà voce ad una terra che invoca rispetto. Questo viaggio visionario, onirico, eppure realistico, realizzato dalle Alpi alla Sicilia, regala sensazioni ed emozioni contrastanti, perché la sensibilità potente di Eronico, Purgatorio e Cosma batte alla porta dei nostri sguardi distratti sul Paese che viviamo, chiedendoci di non restare passivi e inerti.

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