A Milano la Basilica di San Celso accoglie “Impronte”

Del tempio romanico-lombardo, costruito prima del 1000, ne rimane circa un terzo; il resto fu demolito nel 1821 per dare luce al Santuario. La parte meglio conservata, e certamente delle origini, è l’abside esterna, visibile dal giardino retrostante. Eppure, in questi giorni, la Basilica di San Celso a Milano (Corso Italia 37) è bella attraversarla all’interno perché tra l’acquasantiera in pietra e l’affresco della Madonna bizantina prendono vita incontri culturali e mostre d’arte. Lunedì 10 ottobre ha preso il via la terza edizione di “Impronte”, un contenitore di opere d’arte, presentate dal critico d’arte Valerio Terraroli e una serie di performance musicali d’autore e colloqui tematici, con la direzione artistica di Enrico Ruggeri; eventi che si protrarranno fino a sabato 22 ottobre. “Impronte nasce con l’idea di far succedere su Milano una cosa artisticamente rilevante in un luogo fantastico come la Basilica di San Celso, che sia un’opportunità d’incontro artistico, tanto perché sono esposte delle opere d’arte, quanto musicale e teatrale, perché ci sono degli artisti che vengono a visitarci; in più, è anche un’occasione di incontri tematici in ambito economico e sociale”, afferma Giovanni Favero, amministratore unico di Accapierre (società di consulenza strategica), che ha creato e sostiene la rassegna assieme a Rosy Toma. “La Basilica di San Celso è poco vistata e poco conosciuta dai milanesi, perché non è frequentemente aperta. In occasione di ‘Impronte’, la Basilica viene allestita per accogliere delle opere d’arte, ogni anno con una tematica, quest’anno il titolo è ‘Attese e speranze’”. Per informazioni e prenotazioni www.impronte-accapierre.com

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