“Tutti amano Jeanne”, Céline Devaux prova a raccontare la depressione con infinita leggerezza

Delicato e dal sorriso amaro è “Tutti amano Jeanne” (durata un’ora e 35 minuti), esordio al lungometraggio della parigina Céline Devaux, regista e illustratrice classe 1987, che ha già conquistato numerosi premi con i suoi tre precedenti cortometraggi – “Life and Death of the Great Raspoutine”, “Sunday Lunch” e “You Will Be Fine” -. Presentata in concorso alla 61esima Semaine de la Critique di Cannes 2022, la commedia che arriva nei cinema italiani dal 22 settembre, con Notorious Pictures, ha il coraggio di affrontare il tema della depressione, mettendo in scena tutti quei “pensieri tossici” che spesso condizionano la vita, attraverso un piccolo fantasma capellone che diventa la voce della coscienza di Jeanne – interpretata da Blanche Gardin -: questo è il modo unico, accattivante ed originale della regista per affrontare questa spinosa tematica con leggerezza. “Volevo narrare cosa stava succedendo nella testa di questa donna che la sta perdendo completamente – precisa –. Con questo enorme elemento comico, possiamo destreggiarci tra ciò che lei dice e ciò che lei pensa veramente”. La sua tecnica di animazione? Fa tutto a mano! “Disegno – spiega – con colori acrilici o pennarelli su un foglio trasparente. Sotto questo foglio, ho una tavoletta leggera e, sopra, una fotocamera. Disegnare su questa superficie mi permette di graffiare la vernice, di sviluppare un personaggio sullo stesso supporto e di improvvisare”. Oltre all’animazione, a descrivere il mondo interiore della protagonista è la musica di Flavien Berger che Céline Devaux ha conosciuto da studente e con cui lavora insieme da molto tempo. “Nelle tracce composte per il film – puntualizza la Devaux –, Flavien ha utilizzato alcune registrazioni fatte sul campo: rumori da motori reali, acqua e strada. Il risultato è un’orchestra di suoni sia reali sia inventati, che permettono allo spettatore di lasciarsi cullare dall’emozione”. A rendere unico il mondo di Jeanne ci sono anche due figure maschili importanti, l’ex compagno di liceo stravagante e un po’ invadente Jean (Laurent Lafitte) e il fratello Simon (Maxence Tual). Ma cosa è accaduto a Jeanne? Da salvatrice dell’ecosistema marino e donna dell’anno, si ritrova catapultata in un flop tale, a causa della sua invenzione che avrebbe dovuto essere rivoluzionaria, da essere al verde e costretta a vendere l’appartamento di Lisbona ereditato dalla madre.

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