“Un’ombra sulla verità”, potente e sottile thriller psicologico

È un film che farà discutere “Un’ombra sulla verità” (durata 114 minuti) di Philippe Le Guay, cineasta che ci ha abituati a opere intelligenti come “Il costo della vita”, “Le donne del 6° piano” e “Molière in bicicletta”. Anche in questo caso il regista parigino 65enne non si smentisce in perspicacia con un lavoro che mette alla prova gli equilibri dei microcosmi sociali, in particolare un nucleo familiare e un condominio. Tutto comincia con il gesto di fiducia e bontà di Simon (interpretato dall’attore Jérémie Renier) nel dare le chiavi della sua cantina all’uomo che l’occuperà prima di firmare il contratto di compravendita. L’acquirente Jacques Fonzic (François Cluzet) mente sui reali motivi per cui ha fretta di prendere possesso di quello spazio e, da quel momento, la sua doppiezza minerà l’armonia familiare di Simon, quindi i suoi rapporti con la moglie Hélène (Bérénice Bejo), la figlia Justine (Victoria Eber), il fratello David (Jonathan Zaccaï) e la madre Nelly (Denise Chalem). Simon, infatti, è ebreo e il signor Fonzic è un negazionista che utilizza la cantina come rifugio e base della sua campagna contro gli ebrei, facendo leva su di una dialettica stringente, capace di insinuarsi progressivamente in tutte le menti, approfittando della generosità e dell’accoglienza di chi sa tendere la mano. In questo incontro/scontro tra Simon e il signor Fonzic, sarà coinvolto tutto il condominio dove è la cantina vissuta anche come abitazione. Il film “Un’ombra sulla verità”, vincitore della Foglia d’oro del pubblico alla 13esima edizione di France Odeon (il Festival del cinema francese di Firenze), approderà nelle sale mercoledì 31 agosto per Bim Distribuzione, carico della potenza di un acuto e sagace thriller psicologico.

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