L’emancipazione femminile nell’Italia degli anni ’60 passa per la luminosità de “La Sposa”

I matrimoni per procura, il fenomeno della migrazione interna, il lavoro della terra: cosa resta nella nostra memoria dell’Italia rurale degli anni Sessanta? Cosa abbiamo ereditato del senso della famiglia di allora e della fatica di tante donne dotate di sana e naturale pazienza nel portare avanti nuclei domestici di trionfante maschilismo? Cosa si conserva dell’emancipazione socioculturale di un popolo? Uno spaccato lo offre “La Sposa”, una coproduzione Rai Fiction ed Endemol Shine Italy, in onda su Rai1 in tre serate (6 episodi da 50’) da domenica 16 gennaio. Protagonista ne è Serena Rossi che dà il volto a Maria, una giovane donna del Sud che, per garantire un futuro ai fratelli e alla madre, accetta un matrimonio per procura trasferendosi al Nord per vivere con un uomo che ha sposato ma che non conosce, Italo, interpretato da Giorgio Marchesi. “È un racconto che attraverso il motore pulsante del melodramma rivela tante piccole storie che sono state determinanti per un’Italia diversa, in cammino verso il cambiamento. È un quadro realistico e anche aspirazionale su cui riflettere – osserva Francesco Nardella, vicedirettore di Rai Fiction, in conferenza stampa streaming -. Il personaggio centrale, Maria, è una donna che cambia gli altri con la sua luminosità e determinazione, una femminista inconsapevole del femminismo. Il regista Giacomo Campiotti ha trattato questa storia con la sua proverbiale sensibilità”. “Maria – dichiara Benedetta Galbiati, Head of Scripted di Endemol Shine Italy – è una donna degli anni Sessanta che ha tanto da dire alle donne di oggi: è artefice del proprio destino senza mostrarsi mai vittima. Come donna si emancipa restando fedele a sé stessa e ai suoi valori. Ha per gli altri un amore incondizionato ed è capace di vedere il bello e il buono di chi la circonda, in primis di Italo, un uomo in crisi che si trasforma grazie all’educazione sentimentale che lei sa impartirgli. In periodo di pandemia la serie ‘La Sposa’ credo possa essere un eccellente corso di resilienza ed un ponte per riconnetterci a quello che eravamo”. “C’è tanto di me in Maria – afferma l’attrice Serena Rossi -. Mi riconosco nel suo grandissimo senso della famiglia. Proprio mentre eravamo sul set è venuta a mancare mia nonna, a cui dedico questa serie: lei faceva parte di quella generazione di persone semplici dotate di grande voglia di lavorare che non arretravano di fronte al sudore della fatica. Questa è una storia di emancipazione femminile e di accoglienza delle diversità. Con estrema dignità, Maria soffrirà il razzismo e il maschilismo di fronte ai quali resterà, però, in silenzio perché sa vedere oltre con questa sua incredibile dote di rendere migliori le persone che ha attorno. Fisicamente, il set è stato molto impegnativo per me: mi sono dovuta tuffare in piena notte nel fiume Dora (le scene in Veneto sono state girate in Piemonte e quelle ambientate in Calabria sono state realizzate in Puglia per economia di produzione, ndr), ho dovuto affrontare un incendio, ho munto le mucche, falciato il grano e guidato il trattore. Tutto questo sforzo, mio e di tutto il cast, ha reso, però, realistico il racconto delle nostre radici. L’emancipazione femminile passa da donne come Maria, ma dobbiamo ancora lottare molto per i nostri diritti ed iniziare a credere davvero anche in un Presidente della Repubblica donna. Tanta strada deve ancora essere fatta sul fronte culturale, ma l’esempio vale molto ed è con l’esempio che a mio figlio Diego il papà ed io insegniamo il rispetto per le donne”. “Tutti abbiamo concorso a rendere credibile questa storia non facile, lavorando anche letteralmente nel fango – racconta l’attore Giorgio Marchesi -. La difficoltà di interpretare il mio personaggio, Italo, è stata quella di cercare un’ombra, una malinconia costante. Italo è perso, non riesce a vedere chi lo circonda; anzi, accoglie l’arrivo di una donna come sua sposa come un’usurpazione del proprio spazio. La sua casa, prima che entrasse Maria, raccoglieva sotto lo stesso tetto, infatti, solo tre solitudini: lui, il figlio e lo zio”. Lo zio Vittorio, che ha il volto di Maurizio Donadoni, è l’artefice del matrimonio per procura per garantire, dopo la scomparsa della prima moglie di Italo, una discendenza che possa lavorare la terra; il figlio Paolino di dieci anni ha il sorriso e il candore del piccolo Antonio Nicolai, per la prima volta sullo schermo. Del cast piace ricordare anche la brava Antonella Prisco (la Mariella di “Un posto al sole”), che interpreta Nunzia, una ragazza dello stesso paese di Maria che, proprio come lei, è dovuta andare a vivere al Nord, sposandosi per procura. “Sul set si respirava un clima bellissimo – ricorda ancora Marchesi -. Giacomo ha fatto un lavoro enorme e molto attento che credo si apprezzerà nella piena verità e naturalezza del racconto”.

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