Ketty Roselli, rock nella vita e in scena

È decisamente rock Ketty Roselli, l’artista che dopo una carriera ricca di soddisfazioni tra cinema, tv, radio e teatro, e l’ultimo show ricco di incredibili e sfaccettati personaggi, continua a dichiarare di volersi rinnovare sempre, scalpitando per il suo prossimo futuro: “Voglio cimentarmi in qualcosa di diverso”. Complice una felice coincidenza, nella settimana dedicata alla Giornata contro la violenza sulle donne, è in scena al Teatro Le Salette di Roma con “Woman in Rock”, da lei scritto, diretto e interpretato. Ad affiancarla sul palco c’è Luciano Micheli con la sua chitarra. Uno spettacolo rock come i Måneskin? “Bravissimi, ma loro sono solo all’inizio!”.

Ketty Roselli, com’è questo ritorno al teatro in tempi in cui si parla di dose booster per il vaccino?

Bello, emozionante, strano, anche un po’ pauroso, perché non si sa bene. La gente vuole tornare a teatro, però è ancora un po’ difficile la situazione. Speriamo che vinca la voglia delle persone di cominciare a fare cose. Devo dire che fino ad ora la risposta è stata positiva”.

Siamo in prossimità della giornata contro la violenza sulle donne e lei è in scena con uno spettacolo del 2014 che celebra quattro grandi cantanti donne: è solo una coincidenza?

Sì, esattamente. È una coincidenza, anche se questo spettacolo è nato proprio in occasione di una mostra di quadri dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, che era stata fatta al Margutta, dove si era pensato anche di parlare di queste quattro donne che effettivamente a livello sentimentale hanno avuto una vita travagliata”.

Come mai ha scelto loro quattro – Janis Joplin, Tina Turner, Etta James e Amy Winehouse – e non altre, e soprattutto nessuna italiana?

In realtà, il loro repertorio spesso mi ritrovavo a cantarlo durante le serate live che facevo con i miei amici musicisti nei locali, avevo quindi già dei repertori abbastanza pronti. In più, devo dire che loro quattro mi piacciono particolarmente, musicalmente mi piacciono molto, mi piacciono tanto le loro canzoni e sono quattro personaggi davvero straordinari. Mi commuove tantissimo il modo in cui loro sono riuscite a portare sul palco le loro sofferenze e a trasformarle in un modo di cantare e interpretare la musica davvero unico”.

C’è un dettaglio del loro sentire che è in comune con quello che è lei?

A volte succede, ci sono dei momenti in cui magari mi sono sentita anche come loro. Certo, non ho avuto una vita come quella di Janis Joplin, Tina Turner, Etta James e Amy Winehouse, ma da una parte anche fortunatamente, perché ad esempio Amy Winehouse è stata circondata da persone che invece di amarla l’hanno usata e sfruttata. Sicuramente c’è una parte della loro sensibilità che mi appartiene”.

Ha lavorato con tanti personaggi importanti dello spettacolo, da Gigi Proietti a Enrico Brignano, e non ultimo Claudio Amendola. Se dovesse fare una versione al maschile di questo show, chi sarebbero i 4 prescelti?

Non ne ho idea, perché il panorama musicale è talmente vasto… Prince sicuramente, mi piace tantissimo, così come Kurt Cobain ed anche Freddie Mercury: loro tre potrebbero essere dei personaggi bellissimi da raccontare”.

Per lei essere rock nella vita di tutti i giorni cosa significa?

Essere spontanei, veri, naturali il più possibile, anche nei difetti. Io non sono molto paziente e tollerante e questo a volte purtroppo viene fuori, ed essere rock è anche un po’ questo: non essere persone che si nascondono o troppo edulcorate e di maniera, ma persone che vivono le cose un po’ più di pancia”.

Qual è il partner con cui si è trovata meglio in tv, cinema, radio o teatro?

Gigi Proietti è stata una cosa pazzesca, non avrei mai pensato un giorno di poter recitare con lui, stiamo parlando veramente di un mostro sacro. Con tutti è stato bello lavorare, anche con Brignano: Enrico ha un’energia in scena travolgente. Ultimamente ho avuto la fortuna di fare una protagonista di puntata di ‘Nero a metà’ per la regia di Claudio Amendola, anche lui persona straordinaria; nonché Fortunato Cerlino, il cattivo di ‘Gomorra’ che è una persona meravigliosa: tutta quella cattiveria che vedete lì, nella vita non ce l’ha, è meraviglioso. Sono tanti i personaggi con cui ho lavorato bene… credo sia interesse di tutti riuscire a lavorare in sintonia, perché così si dà il meglio di sé”.

In “Woman in Rock” la accompagna in scena Luciano Micheli: avevate già lavorato insieme?

Questo spettacolo l’ho fatto anche con altri musicisti. Adesso è il momento di Luciano con cui abbiamo lavorato insieme in altri contesti, soprattutto in serate di musica live”.

A Natale sotto l’albero cosa vorrebbe trovare?

Mi piacerebbe trovare la produzione, con me protagonista, di ‘Moulin Rouge!’: questo è il mio sogno”.

You May Also Like

Decaro misurato e divertente in “Non è vero ma ci credo”

“Mettici la mano” raggiunge i vertici del grande Eduardo

Roberta Betti, un esempio di tenacia ed amore per il palcoscenico

Miriam Mesturino: una vita per il palcoscenico