“Speravo de morì prima: serie simpatica ed emozionante”, parola di Francesco Totti

Mentre Ilary Blasi prede il timone per la prima volta de “L’Isola dei Famosi”, in grande stile dallo Stadio Olimpico si lancia la serie su Francesco Totti, un prodotto Sky Original con Wildside, Fremantle, Capri Entertainment e The New Life Company. Tratta dal libro “Un capitano” firmato da Totti a quattro mani con Paolo Condò (edito da Rizzoli Libri S.p.a.), la storia racconta in sei episodi l’ultimo anno e mezzo di carriera del leggendario giallorosso. Il dramedy, diretto da Luca Ribuoli, si avvale di un cast formidabile con in prima fila Pietro Castellitto, Greta Scarano, Gian Marco Tognazzi, Monica Guerritore e Giorgio Colangeli, ma anche con i bravi attori dei ruoli minori, come i migliori amici di Totti interpretati da Primo Reggiani ed Alessandro Bardani. La serie che porta il nome da uno striscione divenuto famoso, “Speravo de morì prima” (al cui tifoso è stato pagato il copyright), debutterà il 19 marzo alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su Now (sarà disponibile anche on demand, pure in 4K HDR con Sky Q satellite e, grazie al programma fedeltà di Sky, per i clienti da più di 3 anni i primi episodi saranno visibili in anteprima on demand nella sezione Extra). La serie ha come punto di forza quella di racchiudere tutta l’umanità di Totti, capace di coinvolgere tifosi di tutte le squadre e anche non appassionati di calcio. Se può stonare la giovane età di Pietro Castellitto (29 anni) ad interpretare un 39enne capitano, la sua bravura è tale da superare questa piccola incongruenza negli occhi di chi guarda.

FRANCESCO TOTTI – In un videomessaggio la solarità di Francesco Totti è entrata carica di bellezza nella conferenza stampa che ha ospitato il cast allo Stadio Olimpico: ringrazia tutti e, in particolare, Pietro Castellitto che gli dà il volto cercando “di farmi uscire come sono realmente. Non conoscevo alcuni aspetti del mio essere quotidianamente che la sua interpretazione fa emergere. La serie è simpatica e, allo stesso tempo, emozionante”. Tra presente e passato, “Speravo de morì prima – La serie su Francesco Totti” coniuga l’epica sportiva del vero fuoriclasse del calcio, italiano e mondiale, e la vita privata di un uomo coraggioso e semplice, autoironico e romanissimo, legato da sempre alla sua città e al calcio. Mette in primo piano i diciotto mesi che vanno dal ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma al più struggente addio al pallone della storia del calcio: un anno e mezzo di guerra del capitano contro due avversari, il tempo e l’allenatore, che non fanno sconti all’uomo e al calciatore che non vuole, e soprattutto non riesce, a mettere la parola fine ad una carriera da sogno, vissuta per ventisette anni indossando sempre e solo la maglia giallorossa. Scritto da Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu, il racconto si avvale di una rosa incredibile di personaggi che ruotano attorno alla mitica maglia numero 10 della Roma. Con Pietro Castellitto che è Francesco Totti, ci sono: Greta Scarano (Ilary Blasi), Gian Marco Tognazzi (Luciano Spalletti), Monica Guerritore (la madre di Totti, Fiorella), Giorgio Colangeli (Enzo, il padre di Totti), Primo Reggiani (Giancarlo Pantano, amico storico del Capitano), Alessandro Bardani (Angelo Marrozzini, suo cugino). Poi ancora, Gabriel Montesi e Marco Rossetti interpretano rispettivamente Antonio Cassano e Daniele De Rossi; Massimo De Santis è Vito Scala; Eugenia Costantini e Federico Tocci vestono i panni dei genitori di Totti da giovani.

PIETRO CASTELLITTO – “Ho conosciuto Totti grazie a questa serie. Sono cresciuto col suo poster in camera. Mentre giravo questa serie ho ritrovato un diario di quando avevo 9 anni. Nel capitolo più lungo parlo di Totti, lo definisco ‘il mitico, unico, sublime capitano della Roma’, quello per cui se non ci fosse, è il calcio che non ci sarebbe. Da piccolo avevo paura morisse mia madre, ma mi dicevo: se c’è Totti, non c’è la morte. Totti è un archetipo, una rete di salvataggio”, afferma Pietro Castellitto. “Incontrandolo per la prima volta, l’ho scoperto loquace e consapevole del mito che è. Totti lo conoscevo com’è dalla tribuna, ma nessuno sa com’è dentro casa e come si relaziona con i familiari, queste sono cose che si possono solo presumere. Ho cercato di riportare anche in quell’ambito la sua essenza ironica. Totti ha guardato gli episodi e sono felice che si è riconosciuto ed emozionato. Il parametro della riuscita della serie è proprio lui. In sala proiezione, seduto dietro a Totti e Ilary assistevo alle loro reazioni: mi sono sembrati molto toccati, molto partecipi e curiosi. Icone sportive come Totti, sono Federer e Valentino Rossi. Totti è amato da tutte le tifoserie, pur rimanendo sempre a Roma”.

GRETA SCARANO – “Non sono una grandissima tifosa, ma sono una sportiva. Il commiato di Totti è struggente – dichiara Greta Scarano che interpreta Ilary Blasi -. Sono arrivata nella serie quando la macchina era già abbastanza rodata, trovando un gruppo di lavoro dotato di incredibile coraggio e ambizione. Ho divorato la sceneggiatura che offre un materiale meraviglioso per un’attrice. È stato bello stare accanto a Pietro che ha fatto Totti con una grazia non da tutti. È da apprezzare che Ilary e Totti hanno un rapporto così solido, nonostante le difficoltà di una relazione lunga e pubblica. Il loro è un grande amore simile e diverso da quello che Totti prova per la Roma. Importante per loro è stato starsi vicino, anche in un momento così difficile, un qualcosa che ho vissuto come un dramma shaksperiano. In loro ho trovato anche molta normalità, nonostante siano figure iconografiche. Ilary è molto conosciuta, pop, esposta, ma nella sua intimità ho ravvisato tantissima normalità come madre e moglie. La scena forse più difficile da interpretare è quella di quando balla come letterina, ma nella serie è rimasta solo un’inquadratura, che è quella di quando Totti la vede per la prima volta”.

MONICA GUERRITORE – “Fiorella Totti è Roma – sostiene Monica Guerritore che veste i panni della madre di Totti -. Ho cercato di riempire il personaggio di cuore, di forza, del suo stargli accanto. Mi sono preparata provando un mese a Torpignattara, nel polo culturale Fortezza Est. Il mio è stato un viaggio in una famiglia normale, romana, che soffre mortalmente per questa fine della carriera che sta devastando Totti. Il titolo della serie è bellissimo, racchiude un dolore troppo grande che schianta. Come scrisse Cesare Pascarella ‘te s’apre er core come ‘no sportello’. Non ho incontrato la madre di Totti, ma ho visto cose di lei fuori scena, non vista. L’ho trattata con la mia immaginazione, con molto amore popolare”.

GIORGIO COLANGELI – “Enzo Totti – ricorda Giorgio Colangeli che ha il ruolo del papà di Totti scomparso da pochi mesi – è un personaggio tipicamente romano, è il marito e padre romano tipico, apparentemente assente, in qualche caso anche sostanzialmente assente, ma la sua presenza è fatta di silenzi, ascolto, attenzione. Si riserva qualche battuta nel controtempo, in qualche pausa, perché Fiorella è straripante, per cui bisogna essere efficaci con poco. Questo racconto non è solo la geografia di un campione, ma una storia vera e popolare il cui focus narrativo è nel momento della sofferenza, nel momento in cui Totti deve abbandonare”.

GIAN MARCO TOGNAZZI – “Ho cercato di trovare un filo conduttore nel rapporto tra Totti e Spalletti e l’ho individuato nel disagio – racconta Gian Marco Tognazzi che veste i panni dell’ultimo allenatore del capitano e della loro difficile intesa -. Ho approfondito il credo calcistico di Spalletti sull’importanza del gruppo che supera i singoli, dove tradisce ciò che ha fatto anni prima, cioè l’aver costruito tutto mettendo al centro Totti. Ho lavorato sui non detti e sul rapporto interpersonale che viene fuori dagli sguardi. Riguardo a come la serie abbia raccontato il loro relazionarsi, sarà impossibile non si polemizzi. Ma c’è un grande rispetto verso tutti, si è cercato di trovare il minimo comune denominatore che potesse attraversare qualsiasi malinteso. L’aver scritto un libro su di sé, da cui è tratta questa fiction, è un gesto di grande generosità di Totti verso il suo pubblico. Lui e Ilary sono una grandissima coppia di campioni, un po’ come Sandra e Raimondo”.

IL REGISTA E I PRODUTTORI – “Vivere a Roma ti dà subito il peso di questa serie – osserva il regista Luca Ribuoli -. Il racconto di Totti è una sfida ricca di responsabilità. Mi sentivo protetto dal talento che avevo sul campo a partire da Pietro Castellitto”. “Questa serie nasce per andare oltre le barriere del tifo, molto oltre la maglia che Totti ha indossato. È una storia universale – sottolinea Nicola Maccanico (Executive Vice President Programming Sky Italia) -. Lo sport in una serie funzione se c’è qualcosa oltre al campo. Quella di Francesco Totti è una storia irreplicabile e meravigliosa”. “È stata intrigante questa sfida di una storia del presente, di condivisione collettiva, dall’immaginario molto fresco – osserva Mario Gianani (ceo Wildside, società del gruppo Fremantle) -. Questa serie è un atto d’amore verso il nostro capitano. Tratta dal suo libro, è chiaramente la ‘versione di Totti’. Mio figlio è nato il giorno del compleanno di Francesco Totti, si chiama Francesco e gli ho sempre detto che se il Capitano si fosse chiamato Odoacre, lui si sarebbe chiamato Odoacre”. “Non è facile raccontare un mito così vicino a noi – rimarca Virginia Valsecchi (Founder di Capri Entertainment) che aveva acquisito i diritti del libro -. Dopo aver prodotto anche il documentario ‘Mi chiamo Francesco Totti’, questo non poteva essere il classico biopic, ma doveva interessare diversi generi, dal dramma alla comicità. Raccontiamo un eroe che si è sempre rialzato in piedi. Si ha bisogno di raccontare personaggi positivi, carismatici, importanti come lui, capaci di essere guide nelle quali riconoscersi”.

#SperavoDeMoriPrima

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