Caravaggio di Derek Jarman: una sequenza di quadri raccontano l’amore che circondò il pittore della luce
Un film che s’intitola “Caravaggio” delude chi si vuole addentrare nella vita del grande pittore (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), ma il film di Derek Jarman del 1986 si fa opera visionaria in sé facendo parlare alcune tele – soprattutto pescando tra quelle religiose – con alcuni lati dell’artista, in primis l’amore in tutte le sue declinazioni. Nel film Noam Almaz, Dexter Fletcher, Nigel Terry interpretano rispettivamente Caravaggio da ragazzo, da giovane e in età adulta. Nel cast si evidenziano anche Sean Bean, Tilda Swinton, Spencer Leigh e Robbie Coltrane. Movies Inspired ha messo a disposizione delle sale cinematografiche una serie di titoli cult in versione restaurata quest’estate e tra questi anche appunto “Caravaggio”. Perché vederlo? Primo, un film sul grande pittore della luce vale di per sé; secondo, è un tentativo di utilizzare una grammatica cinematografica che si fa teatro nella narrazione, introducendo anche elementi contemporanei (come la presenza di una calcolatrice e di un camioncino); terzo, la storia è al tempo stesso delicata e torbida per le emozioni che trasmette attraverso le diverse figure chiamate in causa (la più dolce quella di Jerusaleme). Cineasta d’essai, Jarman (Northwood 1942 – Dungeness 1994) dichiarò la sua omosessualità indagandola in molti dei suoi film dal punto di vista etico e “Caravaggio” non sembra essere in questo un’eccezione.