“Il grande passo”, una poesia per immagini

Due film entrambi con Giuseppe Battiston in stato di grazia, nel secondo l’attore è affiancato per la prima volta a Stefano Fresi con cui ha una somiglianza straordinaria: il regista Antonio Padovan, dopo “Finché c’è Prosecco c’è speranza” (un giallo tratto dall’omonimo romanzo di Fulvio Ervas), gira “Il grande passo” di cui è anche autore assieme a Marco Pettenello.

Già in concorso al 37° Festival di Torino dove Battiston e Fresi sono stati premiati come migliori attori, il film ha aperto (fuori concorso) la 21esima edizione della manifestazione cinematografica triestina ShorTS International Film Festival.

“Il grande passo” è un’opera sconfinatamente tenera, incredibilmente dolce.

Al centro della storia ci sono due fratelli che si sono visti solo una volta nella vita. Sono figli dello stesso padre: uno vive nel profondo Veneto, l’altro a Roma. Dario, soprannominato “Luna Storta”, vive nel suo mondo immaginifico fatto di scienza e sogni. Mario ha un’esistenza sonnolenta sotto l’ala materna. Un giorno una telefonata lo sveglia dal suo torpore: il fratello maggiore è nei guai. Tentenna, ma alla fine parte e il loro sarà un incontro ricco di emozioni varie e profonde in quella che si può definire una quotidianità straordinaria.

“Il grande passo” è una poesia per immagini che fa riscoprire a tutti il fanciullino di pascoliana memoria che è in noi: quell’occhio disincantato e pieno di speranza dei bambini innocenti.

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