Giorgio Pasotti dirige ed interpreta “Abbi fede”: il conflitto tra bene e male in una chiave ironica molto efficace
Applausi a Giorgio Pasotti che dirige con originalità, sapienza e intelligenza “Abbi fede”, che diverte e fa riflettere sull’eterno conflitto tra bene e male. Da giovedì 11 giugno il film sbarca su RaiPlay (nell’ambito dell’iniziativa “La Rai con il cinema italiano” che dà visibilità a opere che a causa dell’emergenza sanitaria non sono potute uscire al cinema – ad oggi l’operazione viaggia su un milione 200 mila visualizzazioni e quasi 600mila spettatori -). Il lungometraggio, una coproduzione Italia-Austria (dove il titolo è “Tutto andrà bene”), è il remake de “Le mele di Adamo”, film danese del 2005 di Anders Thomas Jensen, rispetto al quale “la mia cifra è un po’ più ironica, leggera ma non superficiale, spingendo verso una commedia a tratti grottesca”, afferma in conferenza stampa streaming Pasotti che di “Abbi Fede” ne è anche sceneggiatore (con Federico Baccomo) ed interprete nella parte di un sacerdote dal baffo inquietante che caparbiamente cerca di salvare le anime nere.
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Tra queste c’è Adamo, neofascista assegnato alla sua comunità di recupero. “Un ruolo strano partito da un approccio fisico, ero sovrappeso, e l’essere calvo con il tatuaggio dava forte impatto visivo – racconta Claudio Amendola che gli presta la faccia -. È un personaggio talmente incomprensibile per me che l’ho fatto come era scritto, costruito giorno per giorno sul set. Mi hanno molto aiutato i compagni di lavoro”, un cast artistico straordinario: Robert Palfrader (lo sciatore alcolizzato Gustav), Gerti Drassl (la problematica Sara), Aram Kian (l’ex-terrorista Khalid) e Roberto Nobile (il Dott. Catalano per il quale tutto deve avere spiegazioni scientifiche).
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Il film è stato interamente girato in Alto Adige e la preparazione del dolce locale, uno strüdel di mele, è l’occasione per un teso braccio di ferro tra bene e male attraverso una galleria di sguardi deformati e allucinati. Il film comunica contenuti importanti e (ahimè) sempre attuali, come l’accettazione della diversità e i soprusi, con un linguaggio ed uno stile efficaci. La mela qui non è né un semplice frutto né la biblica rappresentazione del peccato originale, ma la strada della possibilità per l’affermazione della luce. Il senso della fede per Pasotti? “La fiducia nel prossimo”, risponde, ed è questo il motore della narrazione, il porgere strenuamente l’altra guancia.
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Pasotti, nato a Bergamo, dedica “Abbi fede” a sua zia vittima del Covid-19, anche lei tra le persone trasportate con i mezzi militari in luoghi di cui i familiari per molto tempo non hanno saputo nulla, e “a tutti i miei conterranei che hanno affrontato l’emergenza senza perdersi in lacrime. Sono fiero di essere figlio di questa terra”.