Appello di solidarietà per il cineasta iraniano Mohammad Rasoulof

Il mondo del cinema europeo si mobilita per il regista iraniano Mohammad Rasoulof, già agli arresti domiciliari per il suo impegno civile e politico, e che ora rischia addirittura il carcere. Il Festival di Berlino ha appena assegnato l’Orso d’Oro come Miglior Film al suo “There is no Evil”, dramma in quattro atti che si interroga sulla difficoltà di esprimere la libertà individuale quando si è di fronte a situazioni che vengono imposte come obbligate e dove non vi è alcuna possibilità di scelta. “Un’opera potente e profonda che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità delle nostre scelte”, ha osservato Claudia Bedogni, titolare di Satine che distribuirà il film in Italia. Non presente alla cerimonia perché impossibilitato a lasciare il suo Paese, ora Rasoulof potrebbe andare in prigione. “Come già Jafar Panahi nel 2015, per il suo bellissimo ‘Taxi Teheran’, Rasoulof ha appena vinto l’Orso d’oro del festival di Berlino con il suo film ‘There is no Evil’. E come Panahi, l’ha vinto ‘a distanza’: non ha potuto recarsi in Germania né per presentare il film, né per ricevere il premio. Sta ormai diventando, per Berlino e per altri festival internazionali, una triste e odiosa consuetudine: applaudire – e talvolta premiare – film iraniani che testimoniano la straordinaria vitalità di quella cinematografia, fra le più importanti del mondo; ma senza che i loro registi possano essere presenti. Addirittura, sia Panahi sia Rasoulof sono stati ripetutamente messi agli arresti domiciliari e ora quest’ultimo rischia la prigione. Il Centro Sperimentale di Cinematografia, la seconda scuola di cinema più antica del mondo, è vicina a Rasoulof, a tutti coloro che lo sostengono e a tutti gli artisti che nel mondo lottano, ancora oggi, per poter realizzare le proprie opere ed esprimere le proprie opinioni”, scrive in una nota il Centro Sperimentale di Cinematografia, nella persona del suo Presidente Felice Laudadio e di tutti i suoi allievi, docenti e lavoratori aderendo all’appello internazionale per il cineasta iraniano Mohammad Rasoulof. I Giornalisti Cinematografici Italiani ricordano che il regista è stato condannato nello scorso luglio, per la sua posizione dissidente, a non uscire dal Paese, a non girare film e a non partecipare né condividere alcuna manifestazione o attività sociale e politica: “Una violenta misura restrittiva di libertà inasprita ieri dalla convocazione del regista da parte della Procura speciale per i reati in materia di media e cultura che gli ha notificato la condanna a un anno di carcere”. “Intimare la mia carcerazione – ha commentato Rasoulof – rivela solo una piccola parte dell’intolleranza e della rabbia che caratterizzano le risposte del regime iraniano alle critiche”.

You May Also Like

Con “Un altro ferragosto” Paolo Virzì firma un altro capolavoro

“Te l’avevo detto”, un film tremendamente visionario

“Arf”, il racconto animato del candore che sfidò il dittatore

“Il punto di rugiada”, l’incanto di un film d’autore