Covid-19, richiesta apertura “stato di crisi” del settore dello spettacolo dal vivo

Molte uscite di film rinviate, concerti posticipati: la tutela della salute è prioritaria in un frangente così delicato a causa dell’allarme dettato dalla diffusione del Covid-19. Restano però le preoccupazioni dei contraccolpi economici, e il settore culturale già si è attivato. In una lettera inviata al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, le Presidenze di Agis – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo e Federvivo hanno chiesto l’apertura di uno “stato di crisi” del settore dello spettacolo dal vivo alla luce delle recenti disposizioni adottate dal Governo. “Il blocco di ogni attività di spettacolo nelle regioni del Nord Italia sta generando infatti un impatto economico estremamente negativo, tanto per il crollo dei ricavi da bigliettazione quanto per la drastica riduzione delle paghe degli addetti del settore” denunciano Agis e Federvivo sottolineando così “la necessità di un intervento urgente a favore del settore, con lo stanziamento di adeguate risorse e con l’adozione di provvedimenti normativi che evitino qualsiasi penalizzazione nei confronti dei soggetti finanziati dal Fus (Fondo unico per lo spettacolo)”.

Per lo spettacolo dal vivo, la settimana di chiusura (dallo scorso weekend fino al prossimo 1 marzo) dei luoghi di spettacolo situati nelle Regioni colpite dai casi di contagio del Coronavirus provocherà un perdita economica di oltre 10 milioni di euro, diretta causa della cancellazione di 7.400 spettacoli. È quanto emerge da una prima stima fornita da Agis – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo ed elaborata sui Dati Siae.

(articolo aggiornato martedì 25 febbraio)

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