“Lunar City”, il satellite della Terra come trampolino di lancio per il pianeta Marte: Alessandra Bonavina illustra l’ambizioso progetto del 2024
Andare sulla Luna per restarci, per vivere e lavorare in un altro mondo è un obiettivo anticipato dal 2028 al 2024. Alessandra Bonavina nel documentario “Lunar City”, già presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma e nelle sale solo il 17, 18 e 19 febbraio (distribuito da Vision Distribution), racconta le fasi dell’ambizioso progetto che vuol fare della Luna il trampolino di lancio per Marte. La cineasta è partita da un punto di vista ben preciso: “I problemi dovuti alla crescita della popolazione su un pianeta con risorse limitate e ai conflitti che ne possono derivare, i disastri ambientali causati dall’uomo e i possibili disastri naturali sono solo alcune delle sfide che l’umanità dovrà affrontare nel futuro. L’esplorazione umana dello spazio può apportare un suo contributo alla soluzione di alcuni di questi problemi attraverso: l’identificazione e lo sfruttamento, fuori dal pianeta, di risorse naturali che sulla Terra stanno diventando scarse o critiche, contribuendo così alla stabilità politica internazionale; il miglioramento dei processi di produzione di energia sviluppati per i veicoli spaziali che potrebbe avere importanti conseguenze ambientali sulla Terra”. Attraverso interviste alle figure chiave impegnate nelle prossime missioni lunari, Bonavina spiega come, in un futuro non così lontano con una stazione Spaziale in cislunare, gli astronauti potranno partire dal pianeta Terra con una normale capsula Orion, attraccare dopo qualche giorno al Gateway e poi far rotta verso lo Spazio interplanetario a bordo del Transport. Parlando dei primi uomini che camminarono sulla luna – da Neil Armstrong a Eugene Cernan – quali indiscussi pionieri, l’astronauta Nasa Tracy Dyson sottolinea: “Le prime missioni Apollo erano una gara tra nazioni, mentre questa è una collaborazione tra nazioni”. Tra queste, l’Italia è in prima linea.