Gianni Di Gregorio e la poetica della genuinità: arriva “Lontano, lontano”, un film ricco di umanità, ed anche l’ultima commovente testimonianza della grandezza di Ennio Fantastichini

“Citofono ad un amico, ma forse a quest’ora riposa”. Quartiere Monteverde, Gianni Di Gregorio ha una bottiglia di vino rosso in mano, è estate, l’ora dell’apericena. Per chi non conosce Roma siamo alle spalle di Trastevere, dove il cineasta vive da sempre. Quando la rivedrò al cinema? “Presto”, risponde, e comincia a parlarmi di “Lontano, lontano”. L’amico da cui stava andando è uno di quelli a cui lui tiene tanto e a cui ha regalato una scena, quella del rigattiere. Con Gianni Di Gregorio è così la vita dentro e fuori dal set, un genuino bicchiere in compagnia. Con questa nuova prova autoriale ci dona la storia di tre amici che, superata l’età pensionabile, decidono di partire per quei posti paradisiaci dove l’euro conta un po’ di più che da noi. Ma dove andare? In questa ricerca lenta ma continua cercano di organizzarsi al meglio ma, elencando le cose da fare, l’ultima risulta forse la più difficile: salutare gli affetti più cari mentre se ne stanno affacciando di nuovi alle loro vite. Tutto sembra programmato, ma tutto scorre lento come il Tevere sulle cui sponde, in particolare a Trastevere, si affannano, con quella caratteristica “indolenza romana”, il Professore di latino e greco interpretato da Gianni Di Gregorio, Giorgetto a cui dà voce e corpo un sempre giusto Giorgio Colangeli e Attilio che ha lo sguardo dell’immenso Ennio Fantastichini. “Un personaggio con la generosità e la follia proprie di Ennio. Questa è una testimonianza toccante e commovente del grande attore che è stato”, sottolinea in conferenza stampa a Roma Angelo Barbagallo che ha prodotto il film, già applauditissimo all’ultimo Torino Film Festival e in sala a partire dal 20 febbraio carico di incredibile umanità. Un film, come giustamente ha sottolineato il critico Enrico Magrelli, dove vien fuori tutta la “grazia intelligente” di Gianni Di Gregorio, “un film che fa sorridere e riflettere sull’Italia di oggi attraverso un cinema a chilometro zero”, letteralmente girato sotto casa del regista, sceneggiatore e protagonista. “Lontano, lontano” nasce da un’intuizione di Matteo Garrone che ha spronato Gianni Di Gregorio a scrivere un film su un pensionato povero. Poi i pensionati sono diventati tre, tre potenziali viaggiatori che infine sono diventati quattro, l’unico vero viaggiatore in realtà, Abu (Salih Saadin Khalid): “Mi sono imbattuto in questo personaggio – racconta il regista – perché mentre scrivevo la sceneggiatura era un periodo intenso di sbarchi”. Prima di essere film questa storia è stato un racconto edito da Sellerio, per la cui casa editrice in primavera uscirà un libro di tre racconti lunghi di Gianni Di Gregorio. Del cast di “Lontano, lontano” non si possono non menzionare altri due bravi attori: Roberto Herlitzka, dalla “presenza metafisica”, e Francesca Ventura, un’altra vera “amica” di Gianni Di Gregorio.

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