Anche Carlo Goldoni avrebbe applaudito di cuore “La locandiera” della Proxima Res con Tindaro Granata nei panni di un brioso Marchese di Forlipopoli

Un classico in chiave moderna ricco di eleganza e brio: si ride tanto e di gusto per “La Locandiera” di Carlo Goldoni diretta da Andrea Chiodi con in scena i bravissimi e affiatati Caterina Carpio, Caterina Filograno, Tindaro Granata (Marchese di Forlipopoli), Mariangela Granelli (Mirandolina) e Fabio Marchisio. Dopo aver fatto già diverse tappe in giro per l’Italia, la compagnia Proxima Res è a Roma, al Teatro Vascello (fino al 2 febbraio), con un allestimento gustoso: un piacere per gli occhi, per le scene e i costumi di Margherita Baldoni essenziali e raffinati al tempo stesso, e un piacere per l’anima, per le trovate scanzonate che esaltano la bellezza letteraria del testo. Tanto peperoncino in scena è dovuto certamente a Tindaro Granata, al suo muoversi che diverte, divertendosi anche lui: il suo modo di parlare e spostarsi in palcoscenico è uno spasso che quando si abbassano le luci vorresti ancora sentirlo parlare e veder correre e saltare, emanano un gusto per la vita sia il personaggio che l’attore. Ma bravi sono tutti, tutti a loro modo hanno un gesto, un guizzo che resta indelebile: gli occhi di Caterina Filograno nei panni di Fabrizio sotto il tavolo o quando fa la finta dama; le espressioni di sfida di Caterina Carpio nelle vesti del Conte d’Albafiorita quando gareggia col Marchese di Forlipopoli per conquistare il cuore dell’amata; il contegno di Fabio Marchisio che come Cavaliere di Ripafratta si apre a ventaglio alle lusinghe d’amore; infine, il muoversi con destrezza di Mariangela Granelli che dà alla sua Mirandolina davvero, com’è nelle intenzioni di questa messa in scena, l’idea di un Don Giovanni in gonnella. E c’è di più. Non si può non avere che lodi per una messinscena fine che utilizza i manichini dei pittori della grandezza di una bambola per raccontare stati d’animo ed azioni così da moltiplicare i personaggi. Con questa produzione la Proxima Res restituisce il piacere della vera commedia dell’arte, dell’utilizzo delle maschere, tanto che viene da pensare ad un Goldoni divertito nel vedere questo allestimento. Per il gioiellino che è, è giusto menzionare tutti, quindi anche l’assistente alla regia Maria Laura Palmeri, Marco Grisa per il disegno luci, Daniele D’Angelo per le musiche, Maria Barbara de Marco per la realizzazione dei costumi.

You May Also Like

“See Primark & Die!”: una grande risata ci salverà dal consumismo a tutti i costi

I diritti vanno tutelati: il messaggio 2024 del laboratorio interculturale “Oltre i banchi”

Decaro misurato e divertente in “Non è vero ma ci credo”

“Mettici la mano” raggiunge i vertici del grande Eduardo