Federico Fellini, la vita di un visionario comincia alle spalle del Grand Hotel Rimini

“Non so parlare dei miei colleghi, né dei vivi, né dei morti. Faccio un grande sforzo a parlare della gente che esiste veramente, le uniche persone di cui si può parlare con un minimo di consapevolezza sono i personaggi inventati, di quelli sai tutto, ma degli altri?”, così Federico Fellini di cui oggi il cinema celebra il centenario dalla nascita. Ma vogliamo ricordare quell’avvenimento e i suoi primi passi? Fellini nasce a Rimini, in Viale Dardanelli 10, alle spalle del Grand Hotel, il 20 gennaio 1920, alle 21.30, primogenito di Ida Barbiani e Urbano Fellini, in seguito nasceranno Riccardo (1921) e Maddalena (1929, ribattezzata subito dai fratelli “Bàgolo”). Un giornale del Dopoguerra scrive: “Il più notevole avvenimento della vita di Federico Fellini si è svolto in treno: egli infatti è nato in una vettura ferroviaria di prima classe mentre il treno correva tra Viserba e Riccione, precisamente anzi a Rimini”. Questo dato, smentito da uno sciopero in corso dalle 6 del mattino del 20 gennaio 1920, mette in evidenza un lato importante del carattere di Fellini: essere sempre in movimento, il volersi trovare sempre altrove. Altra curiosità legata a quel 20 gennaio è che al Politeama di Rimini recita Annibale Ninchi, l’attore che interpreterà la figura del padre Urbano ne “La dolce vita”. La scelta che guida i genitori sul nome Federico è di ordine affettivo: in ricordo dello zio paterno, morto a soli 22 anni, incappando su una mina durante la Prima Guerra Mondiale. Tanti sono i soprannomi che Fellini avrà: il più gettonato in gioventù è quello di Gandhi perché da bambino paffutello diventerà magro in modo preoccupante. Il primo incontro di Fellini col cinema avviene a cinque anni: è il 1925 quando in braccio al padre vede Maciste all’inferno nella sala cinematografica Fulgor. Quell’impressione di magia ricevuta dal grande schermo è tanta che a circa sette anni Fellini gioca ribattezzando i quattro angoli del letto con i nomi dei quattro cinema di Rimini: Opera Nazionale Balilla, Savoia, Sultano e Fulgor. Ed è proprio qui, al Fulgor, che Fellini, affermatosi come caricaturista d’estate con i villeggianti, ancora studente al liceo classico, farà una serie di ritratti di attori da esporre al cinema, commissionati dal proprietario della sala. Da lì, l’esplosione di una passione che lo porterà a Roma dove lavorerà prima per riviste e alla radio e poi, finalmente, al cinema. Premiato con 5 Oscar, Fellini deve soprattutto alla sua potenza visionaria l’essere considerato indiscusso maestro della settima arte in tutto il mondo. Come ha detto il regista Giuseppe Tornatore ai microfoni di Movie Mag, ha la “prodigiosa capacità di vedere tridimensionale”. Ogni suo film è così ricco di provocazioni e riflessioni che, guardandolo e riguardandolo, non è mai lo stesso, ma eternamente mutevole. Cinecittà, la casa per eccellenza di Fellini, annuncia l’apertura di “Felliniana – Ferretti sogna Fellini”, la mostra-installazione, a carattere permanente, a firma di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Con “Dantino”, come Fellini amava chiamarlo, l’amicizia nacque sul set del “Satyricon” nel 1969, per proseguire con una collaborazione diretta per titoli indimenticabili come “Prova d’orchestra” del 1978, rivisto su Rai Movie in versione restaurata, film che è allegoria tuttora attuale della società contemporanea.

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