“Piccole donne”, Saoirse Ronan dà nuova vitalità e freschezza ai sogni di Jo March

Una goccia di rugiada è “Piccole Donne” di Greta Gerwig. Non era facile dopo le tante trasposizioni cinematografiche del romanzo di Louisa May Alcott (in realtà una tetralogia sulla Famiglia March “Piccole donne-Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy”, “Piccole donne crescono-Good Wives – Buone mogli”, “Piccoli uomini-Little Men”, “I ragazzi di Jo-Jo’s Boys”). Tra i precedenti spiccano quello del 1949 diretto da Mervyn LeRoy (con Elizabeth Taylor nei panni di Amy e Janet Leigh in quelli di Meg) e quello del 1994 diretto da Gillian Armstrong (con Winona Ryder nei panni di Jo, Kirsten Dunst in quelli di Amy e Susan Sarandon in quelli della signora March). Qui ad interpretare Jo è Saoirse Ronan (Greta Gerwig l’ha voluta già come protagonista del suo “Lady Bird”) che lo fa con delicata freschezza. Si ritrovano accenti nuovi e sguardi inediti anche nelle altre sorelle: Emma Watson (Meg), Florence Pugh (una Amy molto vera con e senza frangetta) e Eliza Scanlen (Beth). Completano l’ottimo cast: Laura Dern (Marmee), Meryl Streep (zia March), Timothée Chalamet (un Laurie molto moderno, una nuova conferma per l’attore ora al cinema anche in “Un giorno di pioggia a New York” di Woody Allen), Louis Garrel (il professore Friedrich Bhaer, qui pieno di fascino), Chris Cooper (un tenero Mr. Laurence), Tracy Letts (un burbero Mr. Dashwood), Bob Odenkirk (papà March) e James Norton (John Brooke, innamorato di Meg). Ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita di Jo March, che è l’alter ego della scrittrice Louisa May Alcott, la sceneggiatrice e regista Greta Gerwig dona una inusitata attualità ai sogni delle sorelle March: quattro giovani donne determinate a realizzarsi in modo controcorrente. Il film (della durata di 134 minuti) arriva in Italia il 9 gennaio 2020.

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