“Lontano dagli occhi” di Paolo Di Paolo, la grazia di un grande scrittore

“E poi, ci sono i morti. Anche questo è un segno di vita”, è una frase dal libro “Mandami tanta vita” che si può aggiungere ai titoli “Raccontami la notte in cui sono nato”, “Una storia quasi solo d’amore” e “Dove eravate tutti”: storie diverse che hanno in comune la prospettiva dell’esistenza, cambiando di volta in volta il punto di vista, tutte dello scrittore Paolo Di Paolo, romano classe 1983 che scrive per la Repubblica e l’Espresso e cura lezioni di storia aperte al pubblico. Un autore, che è anche il ragazzo della porta accanto, quello timido ma sorridente, sempre pronto a darti una mano con le buste della spesa. Paolo Di Paolo ha una sensibilità dal tocco gentile che trasfonde tutta nell’ultimo libro, “Lontano dagli occhi” (edito da Feltrinelli). Qui la sua attenzione è sulla nascita: il subbuglio vissuto dalle persone in attesa e gli occhi del neonato che si affacciano sul mondo. Racconta di mamme e padri non pronti, illuminando le rose più belle nascoste nel fango. Nelle prime pagine il libro cala il lettore in una dimensione che può risultare altra e si ha anche voglia di respingere. Ma poi dopo poco viene la sete di conoscere sentimenti ed emozioni dei personaggi, e le pagine scorrono l’una dopo l’altra interrogandosi sul mistero della vita e su ciò che è davvero importante partendo dalle cose più semplici. Alla fine del libro si è certi di aver fatto un viaggio toccante, in compagnia di un’anima bella.

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