“Il diario di Carmela”, un lirico Vincenzo Caiazzo racconta l’ombra nera di una quindicenne

Un altro film sulle piazze di spaccio a Napoli? Sì, ma il punto di vista cambia, è quello di una ragazza di 15 anni. Continua il suo viaggio al cinema “Il diario di Carmela”, liberamente tratto da una storia vera: dopo gli onori delle critiche del Cinematografo di Gigi Marzullo a maggio scorso e diversi riconoscimenti (tra questi il premio “Ermanno Olmi” come Miglior film al 23° Gallio film festival 2019), sarà proiettato lunedì 9 dicembre a Roma, al Nuovo Cinema Aquila (dove resterà in programmazione fino a giovedì 12). Per i suoi 40 anni il napoletano Vincenzo Caiazzo si è regalato il debutto in un lungometraggio raccontando il desiderio di una quindicenne di costruirsi un futuro diverso da quello a cui la famiglia l’ha condannata. Il padre è in carcere per droga; e l’adolescente Carmela con la mamma, il fratello maggiore e lo zio è costretta a mandare avanti gli affari spacciando. Affida i tormenti di una vita che non condivide a un diario in cui scrive tutto ciò che le accade, cercando di contrastare il brutto che la circonda con lo studio. Ma un giorno le sarà negata anche la scuola. Girato in provincia di Napoli, a Boscoreale, il film ha la bellezza della fierezza degli occhi di Carmela, interpretata dalla talentuosa Mariasole Di Maio. Bravi sono anche i giovani Mariacarla Casillo e Antonio Fattoruso. Il film è prodotto da EWC 2001 di Carmine D’Onofrio, produzione indipendente che vuole realizzare opere a tematiche sociali. Se alle prime scene il film può sembrare dimesso, dopo poco acquista una dimensione lirica grazie ai primi piani della protagonista e alle note di Mario Raia arricchite dal brano “Fujetenne” della band partenopea La Maschera. Condensa il film il verso: “Fujetenne, fujetenne, ma nun serve a niente pecchè l’ombra nera ca te puort’ aréto te téne pe’ e piére”.

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