I fantasmi napoletani tradiscono Christian De Sica

Acchiappafantasmi per necessità si ritrovano a salvare Napoli dall’esplosione della Janara del Vesuvio: sono Christian De Sica – qui attore, sceneggiatore e anche regista (la sua nona volta) -, Carlo Buccirosso e Gian Marco Tognazzi nei panni dei fratelli Di Paola nel film “Sono solo fantasmi” (al cinema dal 14 novembre). Il tentativo è quello di muoversi in un genere non frequentato in Italia, l’horror comedy, ma l’esito non è dei migliori, perché si cade in luoghi comuni, per di più dando vita a scene infelici come il fantasma che defeca roteando in aria. Peccato, perché Christian De Sica, affiancato negli effetti speciali dal figlio Brando (appassionato di horror e bravo fin qui in tutte le sue prove da regista), ha voluto ricordare il grande padre Vittorio con richiami dentro e fuori dal set. Anzi, dando modo anche a Gian Marco Tognazzi di omaggiare il padre con il nome del suo personaggio Ugo, sembra quasi manifestare la voglia di solcare nuove strade per il cinema italiano partendo dalla tradizione, ma il risultato non è felice. Forse, come è accaduto a Ferzan Ozpetek in “Napoli velata”, l’essenza partenopea dell’occulto gli è stata ostile? O forse c’è l’incomprensione profonda di Napoli, così abusata nelle pellicole di questo periodo, ma sempre raccontata in maniera superficiale e approssimativa (a partire dalla scena del tassista incomparabilmente inferiore a quella di “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo)? Intanto, le apparizioni degli spiriti napoletani di De Sica in “Sono solo fantasmi”, nonostante l’uso della computer grafica, restano ai margini rispetto a quelli di Eduardo De Filippo in “Questi fantasmi!”. Chissà se gli agognati sequel di acchiappafantasmi in giro per le città d’Italia (a partire da Torino) si gireranno con risultati migliori… Sulla carta il progetto è vincente, è sulla resa, nonostante le indiscusse capacità attoriali in gioco, che si resta perplessi…

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