Potente, fragile, vulnerabile, disincantato: è tutto questo Filippo Timi nell’illuminare le piccole cose per dar voce ad una gamma variopinta di sentimenti nello spettacolo “Filippo Timi Live – Non sarò mai Elvis Presley”, andato in scena questo weekend all’Argot Studio di Roma. Lasciando scorrere dietro di lui video di atmosfere fiabesche dai colori prevalentemente pastello, l’artista si è raccontato in 13 canzoni ed altrettanti monologhi, accompagnato dal bravo musicista Lorenzo Minozzi. Picchiettando lui stesso l’hang (strumento musicale idiofono in metallo), Timi ha reso plastiche con la sua voce tante vite, tante storie e tanti punti di vista, donando cuore e battito anche all’ultimo degli oggetti. In questo modo il suo mondo poetico interiore è emerso pulsante, candido, ma anche autoironico e divertente. Le sue canzoni e i suoi racconti sono lo specchio della sua anima bella, come uomo ed artista che ama sperimentare diversi linguaggi per descrivere un mondo che oscilla continuamente tra cruda realtà, fantasia e sogno.







