È di una delicatezza sorprendente e ti lascia un segno indelebile nel cuore il film “L’Attachement” (durata 106’) diretto da Carine Tardieu. Presentato nella sezione Orizzonti dell’ultimo Festival di Venezia e ai Rendez-vous di Roma, è uscito nel cinema italiani il 2 ottobre distribuito da No.Mad Entertainment. Tratto dal romanzo “L’Intimité” di Alice Ferney, adattato per il grande schermo dalla stessa regista insieme ad Agnès Feuvre e Raphaële Moussafir. il film racconta degli affetti che vanno al di là dei legami di sangue e del valore di famiglia che va oltre i canoni tradizionali. Al centro c’è una libraia cinquantenne, single per scelta, Sandra, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, che un giorno si vede catapultata nel mondo di un bambino, Elliott, che ha gli occhi espressivi di César Botti (al suo debutto cinematografico), per il solo fatto di essere la sua vicina di casa. Il legame che si instaura tra i due e, tramite loro, anche con il marito della mamma, Alex (Pio Marmaï), e il papà del bambino, David (Raphaël Quenard), dopo che la mamma è morta mentre dava alla luce la sorellina, è qualcosa di una tenerezza incredibile e speciale che contagia chi sta loro attorno, come la nonna di Elliott che ha perso la figlia (Catherine Mouchet), ma che è un esempio di altruismo e bontà. Nel film, con il legame speciale che intercorre tra Sandra ed Elliott, sono anche ben delineati tutti i personaggi femminili, in bilico tra emancipazione e maternità, tra quello che vuole la società nelle diverse epoche e la propria indole e natura. Ciò che trasmette “L’Attachement” è l’affetto incondizionato e spontaneo.
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